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Editoriali

La concorrenza vale come una manovra

Redazione

Attrarre gli innovatori come Google, Amazon e Microsoft con la Lega che vuole punire le Big Tech potrebbe mettere in moto dei cortocircuiti pericolosi. Il piano del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso 

Neanche è stata archiviata la discussione sulla manovra economica, che a Palazzo Chigi spunta un nuovo tema caldo legato al Ddl Concorrenza. Il provvedimento deve essere approvato dal Parlamento entro il 31 dicembre ed è indispensabile per accedere alla settima rata del Pnrr. Ebbene, alcune fonti riferiscono che al Mimit si sta lavorando per presentare un emendamento che concretizza la “stretta” sulle Big Tech più volte ventilata e mai finora attuata. Per la verità, a livello europeo si parla da tempo di chiedere ai giganti di internet, come Google, Amazon, Microsoft, un contributo per l’utilizzo della rete: è la cosiddetta Fair share, la tariffa equa, tanto cara all’ex commissario per il mercato interno, Thierry Breton, il quale su questo principio aveva ingaggiato anche una battaglia con le Ong per i diritti digitali. Ed è a questa impostazione che il ministero di Adolfo Urso si è ispirato per preparare l’emendamento al decreto Concorrenza di cui Il Foglio ha potuto visionare una bozza. In pratica si chiederebbe ai grandi generatori di traffico, o meglio a un numero ristretto di questi, di remunerare l’utilizzo della rete. In pratica gli “over the top”, responsabili di almeno i 5 per cento del traffico dati, sarebbero obbligati a comunicare alle società di tlc le previsioni di traffico per l’anno successivo che verranno poi utilizzate dagli operatori stessi per la richiesta di ristoro dei costi necessari a garantire lo sviluppo delle reti e la sicurezza delle infrastrutture.

Fin qui la proposta, ancora non ufficiale, del Mimit alla quale se ne potrebbe aggiungere una della Lega sempre attraverso un emendamento, di cui, però, al momento non c’è conferma. E’ probabile che sarà fatta chiarezza quando la discussione parlamentare sul Ddl Concorrenza entrerà nel vivo e si capirà anche cosa pensano le opposizioni dell’idea di rendere più difficile la vita alle Big Tech proprio nel momento in cui si sta cercando di attrarre investimenti nei data center da parte degli stessi soggetti (per esempio Microsoft). Per contro, società nazionali come Telecom potrebbero beneficiare del contributo per l’utilizzo delle reti (anche 5G) che mettono a disposizione. Si vedrà quali interessi peseranno di più sul piatto della bilancia.