Editoriali
Il crollo in Borsa di Mediobanca e la strategia di Nagel
L'istituto di credito ha perso l'8 per cento a Piazza Affari. Il mercato ha preso male i risultati dell’ultimo periodo, mentre il piano dell'ad darà i primi frutti solo nel tempo
Per quanto i risultati di Mediobanca siano stati giudicati solidi dagli analisti, il titolo ha subito un tracollo in Borsa che pochissime volte si è visto nella storia di Piazzetta Cuccia. Vero è che il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca fa sempre più paura all’Europa per le restrizioni al commercio e i possibili effetti sull’inflazione e che Piazza Affari ne sta cominciando a soffrire, ma un tonfo dell’8% di Mediobanca è comunque qualcosa di sorprendente. La banca d’investimento italiana, maggiore azionista di Generali, ha annunciato i conti del primo trimestre dell’anno 2024-25 (chiude il bilancio al 30 settembre) con un utile di 330 milioni in calo di oltre il 6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a parità sostanziale di ricavi e sebbene un po’ superiore alle stime del mercato. A restringersi è stato soprattutto il margine d’interesse, dovuto ai tassi in calo il cui impatto sulle banche commerciali non è ancora evidente ma che Mediobanca ha già cominciato a scontare, e c’è stato anche un minor apporto da parte delle Assicurazioni Generali (il contributo in termini di margini è passato a 105,4 milioni da 138,4 milioni dello stesso trimestre dell’anno precedente).
D’altro canto, aumentano le commissioni delle gestioni patrimoniali (+28%), si riducono i costi complessivi e le prospettive di riduzione dei tassi stanno creando, secondo l’ad Alberto Nagel, le condizioni per cogliere opportunità nei prossimi mesi, anche in Italia. Nel complesso, però, il mercato ha preso male i risultati dell’ultimo periodo, che creano incertezza per la redditività futura, e la strategia di Nagel di privilegiare la crescita delle masse gestite attraverso operazioni come Banca Premier (“Puntiamo alla leadership nel wealth management”), i cui frutti si vedranno solo nel tempo. Dopo stagioni di grandi profitti, tutte le banche saranno messe alla prova con il ribasso dei tassi Bce, ma per Piazzetta Cuccia la sfida si sta presentando più ardua senza una crescita anche attraverso linee esterne. Che sia arrivato il momento di un’acquisizione?