La nota
Banco Bpm boccia l'offerta di Unicredit: "Condizioni inusuali e rischio per gli stakeholders"
Il Cda di piazza Meda ritiene che l'offerta del gruppo guidato da Orcel non rifletta il valore e il potenziale della banca, esponendo gli azionisti alle incertezze della scalata in Germania, con preoccupazioni anche sulle "ricadute a livello occupazionale e sociale"
Il giorno dopo il lancio dell'offerta pubblica di scambio da parte di Unicredit verso la totalità delle azioni di Banco Bpm, il Consiglio di amministrazione di piazza Meda precisa in una nota ufficiale che l'operazione di acquisto “non è stata in alcun modo preventivamente concordata con la Banca". Emerge lo stupore rispetto al premio offerto dal gruppo guidato da Andrea Orcel, pari allo 0,5 per cento in più rispetto al prezzo di mercato registrato il 22 novembre a chiusura delle borse. “Tali condizioni - afferma la nota - risultano del tutto inusuali per operazioni di questa tipologia, e, nell’opinione del Consiglio di amministrazione, non riflettono in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm". Piuttosto, proprio tale potenziale risulterebbe ulteriormente rafforzato "dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato".
L'offerta, sottolinea Banco Bpm, avrebbe l'effetto di esporre gli stakeholder del gruppo a tutte le incertezze e i rischi legati “all’ esito delle iniziative di espansione avviate da Unicredit in Germania" oltre a "una significativa diluizione dell’attuale esposizione geografica che, in luogo di un’attrattiva concentrazione di Banco Bpm nelle regioni più dinamiche del Paese e dell’Eurozona, si riposizionerebbe su aree oggi caratterizzate da una minore crescita e un maggiore rischio geopolitico". Una fusione fra le due banche, che Unicredit stima possa già completarsi entro giugno 2025, farebbe "venir meno l'autonomia giuridica di Banco Bpm, a discapito del brand e riducendo significativamente la concorrenza sul mercato bancario italiano sia per i clienti retail che per i clienti corporate, in particolare per le Pmi ossia il tessuto produttivo a cui storicamente la Banca si rivolge".
Non mancano poi "forti preoccupazioni sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale", da legarsi alle sinergie di costo lorde (dunque i risparmi che si prevede di ottenere dall'operazione) stimate da Unicredit per 900 milioni di euro, ossia "più di un terzo della base costi di Banco Bpm". Nel complesso, evidenzia il Cda, le prestazioni del gruppo rischiano di essere compromessa dalla passivity rule, ossia la regola secondo cui, a seguito di un'offerta, gli amministratori della società non possono attuare “iniziative difensive” per ostacolare offerte e scalate esterne. Un meccanismo che "condizionerà la flessibilità strategica del gruppo", in riferimento alle condizioni dell'offerta pubblica di acquisto promossa lo scorso 6 novembre da Banco Bpm Vita (società interamente partecipata dalla Banca), sulla totalità delle azioni Anima Holding, il più grande asset manager indipendente in Italia, finalizzato alla creazione di "un nuovo ‘campione nazionale’ integrato nel settore dell’assicurazione Vita e del risparmio gestito". Ma anche al "recente investimento da parte della Banca nel capitale sociale di Banca Monte dei Paschi di Siena, determinandosi così un quadro di elevata incertezza" in cui risulta limitato lo spazio di manovra del management, nonostante in questi anni abbiano "dato prova di un forte track-record in termini di crescita organica e di iniziative straordinarie".
Nonostante ciò, la Banca si mostra “focalizzata sull'implementazione del Piano 2023-2026" e annuncia l'imminente deposito dei documenti di offerta e le istanze autorizzative per la prosecuzione dell'Opa su Anima presso la Consob, in ottemperanza a tutti gli obblighi informativi in capo alle società quotate in caso di offerta pubblica d'acquisto.