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Editoriali

Il no bipartisan al rigassificatore di Vado Ligure è un pessimo segnale

Redazione

Smascherare il populismo energetico, proprio nei giorni in cui i prezzi riprendono quota e appare evidente come la sicurezza energetica dipenda sempre più dalla disponibilità di infrastrutture per l’importazione del gas naturale liquefatto

Il Consiglio regionale ligure ha approvato all’unanimità una mozione bipartisan, presentata da Angelo Vaccarezza (Forza Italia) e Roberto Arboscello (Partito democratico) contro il trasferimento a Vado Ligure del rigassificatore di Piombino. Il documento chiede al presidente di centrodestra, Marco Bucci, “l’impegno a trasformare in atti concreti… le dichiarazioni rilasciate alla stampa in merito alla collocazione del rigassificatore FSRU Golar Tundra… esprimendo nelle sedi più opportune le valutazioni su cui trova fondamento la propria contrarietà, al fine di bloccare l'iter di trasferimento del suddetto impianto in Liguria”. Sul piano politico, è un siluro all’ex governatore, Giovanni Toti, che infatti ha subito affidato ai social la sua reazione: “Se protestare producesse calore, saremmo imbattibili” (laconico Bucci: “mi informerò sulle sue parole e poi nel caso risponderò”).

Andrea Orlando, già candidato per il centrosinistra alla guida della Regione, pur avendo partecipato al dibattito in consiglio si è allontanato al momento del voto: da ministro del governo Draghi, aveva condiviso l’accordo col comune di Piombino per trasferire il terminale ad altra sede dopo un triennio. Ma, al di là del colore politico, il voto ligure dà un messaggio negativo del nostro paese, proprio nei giorni in cui i prezzi del gas riprendono quota ed è evidente che la sicurezza energetica dipende sempre più dalla disponibilità di infrastrutture per l’importazione del gas naturale liquefatto. Ed è impressionante il contrasto con la regione Emilia Romagna, il cui presidente, Michele De Pascale, ha favorito l’installazione dell’altro terminale galleggiante, giunto la settimana scorsa in acque italiane, proprio a Ravenna (città di cui è stato sindaco fino a poche settimane fa). Il rifiuto pregiudiziale e ideologico del terminale, il cui impatto ambientale è pressoché nullo, è una sconfitta della politica a 360 gradi, e un pessimo inizio per Bucci, eletto come uomo del fare, il cui primo passo è invece nel senso del più populista e pavido disfare.