editoriali
Il paradosso del debito pubblico italiano
Il debito pubblico continua a crescere, superando la soglia di 3 mila miliardi, ma il paese è ritenuto più affidabile e il ministro Giorgetti rivendica il risultato
Con l’ultimo incremento di novembre, il debito pubblico dell’Italia ha superato la soglia di 3 mila miliardi. Ma mai come in questa fase i Btp sono considerati fra i titoli di stato più appetibili in Europa, come dimostrano le ultime due aste record promosse dal Mef con 270 miliardi di richieste da parte degli investitori. Un risultato che il capo del Mef, Giancarlo Giorgetti, rivendica giustamente, ma che non dovrebbe fare adagiare il governo Meloni sugli allori. La stessa Banca d’Italia spiega che ciò che rileva per valutare lo stato di salute delle finanze pubbliche di un paese non è tanto il debito pubblico in termini nominali, quanto la capacità di farvi fronte. E questa capacità ha molto a che fare con la crescita economica, che per il 2024 è destinata ad attestarsi ben al di sotto del livello dell’1 per cento che era stato stimato da Palazzo Chigi. E’ anche vero, però, che nel triennio post pandemia 2021-2023 il debito, che a livello nominale è aumentato di 292 miliardi, in rapporto al pil è sceso di oltre 19 punti percentuali. Ed è questa traiettoria discendente, sebbene si sia invertita a partire da quest’anno e per i prossimi due a causa del pagamento dei crediti in scadenza del Superbonus, che sta rassicurando i mercati finanziari spaventati dalle turbolenze politiche di Francia e Germania. Insomma, l’Italia viene considerata più affidabile rispetto al passato in un contesto europeo di maggiore instabilità politica. L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha calcolato che nel 2025-26 si pagheranno oltre 10 miliardi di interessi sul debito in meno rispetto al previsto, grazie alla discesa dello spread Btp-Bund e dei tassi d’interesse. In conclusione, ci sono condizioni esterne propizie e il Mef sta facendo un buon lavoro, ma nel lungo periodo è solo la crescita economica a rendere sostenibile un grande debito come quello italiano. In mancanza si deve tagliare la spesa o in alternativa, per tamponare, vendere immobili pubblici, ipotesi che non a caso nelle stanze del Mef è tornata di attualità.
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