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editoriali

Il tafazzismo dei dazi di Trump

Redazione

Gli effetti collaterali e le ritorsioni globali della politica economica di Trump: Coca-Cola potrebbe aumentare l'uso di plastica, mentre il ministro canadese minaccia Musk con un dazio del 100 per cento su Tesla

Nonostante legioni di economisti cerchino di spiegargli gli effetti controproducenti dei dazi sulle importazioni, di fatto una tassa che incamera lo stato e pagano i consumatori, fra cui inflazione e probabili ritorsioni degli altri paesi sulle esportazioni americane, Trump non desiste senza distinzioni fra paesi amici e paesi meno amichevoli. Fra i dazi  ci sta quello sull’importazione di alluminio e acciaio dal Canada, un bel 25 per cento. Il ministro delle Finanze canadese, Christya Freeland, maliziosamente ha minacciato di colpire il migliore supporter di Trump, Elon Musk, imponendo sulle importazioni di Tesla  un dazio del cento per cento.  Poi ci sono gli effetti imprevisti e non desiderati. L’amministratore delegato americano della Coca-Cola ha annunciato che per ridurre l’impatto sui consumatori delle lattine della bibita gasata potrebbe aumentare la percentuale di imballaggi in plastica. Già oggi le bottiglie in plastica rappresentano il 75 per cento circa del totale dei contenitori della Coca-Cola, ma vi era una spinta molto forte per diminuirla a favore delle lattine in alluminio,   più facilmente riciclabili anche diverse volte, trattandosi di un materiale con un alto contenuto energetico e alquanto “prezioso”. Non è raro vedere a New York molti poveri cristi, prevalentemente senza tetto, aggirarsi con sacchi colmi di lattine raccolte ovunque da consegnare ai supermercati che li remunerano con qualche centesimo per ognuna. Il dazio sull’alluminio lavora quindi al contrario di una tassa ambientale che dovrebbe scoraggiare l’uso dei materiali più poveri e meno riciclabili. Oppure, chissà, potrebbe nascere anche negli Stati Uniti, come già in molti paesi europei, una fiorente industria del riciclaggio del polimero, il Pet, con cui sono fabbricate le bottiglie della Coca-Cola.  Più difficile sarà per i car maker americani sostituire l’acciaio dei veicoli con la plastica. Chissà se Musk ha fatto bene i conti.

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