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editoriali

Il mal di Tesla

Redazione

Titoli giù, auto ritirare, vandalismi. Musk dice che i liberal sono i sobillatori

Il segretario al Commercio americano, Howard Lutnick, meglio noto come “Mister Dazi”, ha detto in un’intervista a Fox News mercoledì sera di continuare a comprare le azioni Tesla: un grande affare, “se volete imparare qualcosa da questa trasmissione, comprate Tesla”, una garanzia. La mattina dopo, le azioni dell’azienda automobilistica di Elon Musk, che hanno perso un terzo del loro valore da quando Donald Trump, il boss di tutti questi, è alla Casa Bianca, hanno cominciato a crollare già nelle contrattazioni prima dell’apertura del mercato. Alla domanda di Lutnick: “Chi è che non vorrebbe investire in Tesla?”, molti hanno risposto: noi.

   

Nel frattempo, la società che produce le auto elettriche politicamente più caratterizzate ha dovuto ritirare dal mercato 46 mila esemplari dei suoi amati Cybertruck a causa di un errore di fabbricazione: nulla di grave, ma come ha detto un sostenitore di Musk e di Tesla, Dan Ives, questo è un “brand tornado crisis moment”, un momento di crisi travolgente per il marchio Tesla.

 

La settimana scorsa, JP Morgan ha detto: “Abbiamo difficoltà a pensare a qualcosa di analogo nella storia dell’industria automobilistica, in cui un marchio ha perso  tanto valore tanto rapidamente”. La crisi non riguarda solo i mercati.  I concessionari vengono assaliti, le auto per strada rovinate, le fabbriche picchettate, per il 29 marzo è stata indetta una manifestazione in molte città. Sul suo X, Musk segnala gli incidenti e dice che questa reazione violenta, “tipica dei liberal”, è fatta soltanto perché lui si è messo a tagliare gli sprechi dell’amministrazione pubblica, sta “prosciugando la palude”, secondo la famosa missione di Trump, e l’establishment si ribella. “Non ho fatto nulla di male”, ha detto Musk alla solita Fox News, accusando i democratici di essere i registi di questa sommossa, mentre i trumpiani invocano da un lato la legge sul terrorismo per punire gli anti Tesla e dall’altro polizia e guardie a tutela dei concessionari e della libertà di Musk di frantumare il sistema americano e sentirsi una vittima.

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