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editoriali

Il costo energia, un allarme vero

Redazione

Le giuste richieste di Confindustria e le molte riflessioni strutturali da fare

L’industria italiana lamenta gli effetti di costi energetici non solo nuovamente alle stelle, ma anche molto superiori ai competitor europei. La differenza dipende, da un lato, dalle caratteristiche del mix di generazione elettrica, che in Italia vede una minore competitività delle fonti rinnovabili e l’assenza del nucleare; dall’altro, dal fatto che altri Stati membri dell’Ue hanno adottato misure aggressive per mitigare il caro energia. La questione rischia di diventare ancora più seria coi dazi di Trump: le merci provenienti dalla Cina e altri paesi esteri, non potendosi più orientare verso gli Stati Uniti, finiranno per riversarsi sull’Europa. Il tavolo della domanda di Confindustria chiede di proteggere la competitività dell’industria italiana per contrastare le delocalizzazioni e proteggere l’occupazione manifatturiera. La mole degli emendamenti e le polemiche che li stanno accompagnando dimostrano che nessuna soluzione è soddisfacente, soprattutto in un contesto europeo in cui ciascuno va per la sua strada. I grandi consumatori citano gli esempi della Francia, della Germania e della Spagna. Il governo dovrebbe aprire un tavolo tecnico per individuare misure emergenziali.

 

Il caro energia in Italia deriva sia dall’eccessivo peso di imposte e oneri, sia da una situazione di oggettivo svantaggio del nostro paese rispetto ad altri. Per questo è importante individuare soluzioni per l’immediato (Confindustria cita “misure di release dell’energia idroelettrica e da repowering”, per esempio); ma non si può ignorare che vi sono pure cause strutturali, che vanno rilevate e affrontate. Occorre quindi partire da una riflessione critica sulle cause dell’attuale situazione: inclusa una riflessione critica, in sede europea, sugli impatti delle politiche climatiche e delle spinte centrifughe che vengono dalle politiche nazionali degli Stati membri. La forza con cui Confindustria pone il problema è indice della sua gravità: è necessario, con pragmatismo, raccogliere questa sollecitazione e non lasciare che cada ancora una volta nel vuoto.

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