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Novità fiscali

Ora le escort hanno un codice Ateco per pagare le tasse. L'Istat: “Vale solo per attività legali”

Redazione

Le attività legate alla prostituzione e all'organizzazione di incontri potranno da oggi aprire una partita Iva e pagare i contributi. Ma “tutti servizi erano già inclusi nella nella classificazione precedente” in vigore dal 2008 al 2024

96.99.92. Non è una manciata di numeri a caso, ma è il codice relativo ai “Servizi di incontro ed eventi simili” che risulta dalla nuova classificazione Ateco 2025 sviluppata dall’Istat, riferita in particolare alla prostituzione e le attività di escort. A chiarirlo è lo stesso istituto di ricerca, che nel documento –in vigore da gennaio e che ha iniziato ad essere utilizzata dall’1 aprile – parla di “attività connesse alla vita sociale, ad esempio attività di accompagnatori e di accompagnatrici (escort), di agenzie di incontro e agenzie matrimoniali; fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi di prostituzione o gestione di locali di prostituzione; organizzazione di incontri e altre attività di speed networking”. 

Il codice Ateco è un sistema di classificazione utilizzato per identificare in modo univoco le attività economiche delle imprese e dei liberi professionisti. I quali, proprio grazie a questi specifici numeri, possono aprire una partita Iva e pagare le tasse, costruendo una futura pensione attraverso i contributi. Eppure, anche prima della ristrutturazione, ha aggiunto l'Istat in una nota, tutte quelle attività legate al mondo della prostuituzione “erano già incluse nella classificazione europea precedente nell'ambito del codice 96.09, in vigore a partire dal 2008 al 2024, sebbene non in modo così esplicito come nell'aggiornamento Nace Rev. 2.1 da cui l'Ateco 2025 deriva”. Ciò si deve al fatto per la stima del Pil, l'Istat contempla le attività legali e illegali, consentendo agli statistici di elaborare ogni anno il dato sull’economia sommersa in Italia, oltre ad assicurare la “piena comparabilità dei dati tra paesi della Ue, indipendentemente dal loro regime normativo”, spiega sempre la nota. La vera novità, in sostanza. è la maggiore specificità con cui tali servizi vengono segnalati, in adeguamento alle classificazioni statistiche europee Nace, ossia un sistema di classificazione generale utilizzato per sistematizzare ed uniformare le definizioni delle attività economiche e industriali nei diversi stati membri dell'Ue..

Prima della nuova nomenclatura, la questione era in mano alla giurisprudenza. Secondo una sentenza della Cassazione del 2016 (15596), l’attività di meretricio, se svolta in forma abituale, è assimilabile al lavoro autonomo, mentre se viene svolta (sempre autonomamente) in forma occasionale, rientra nella categoria dei redditi diversi, con la conseguenza che, in entrambi i casi, l’attività liberamente esercitata dà luogo a redditi tassabili. 

Ammonta a 4.7 miliardi il giro d'affari in Italia legato ai servizi di prostituzione. La stima è contenuta nell’ultimo rapporto dell’Istat sull’ “Economia non osservata” presentato a fine 2024 ma relativo al 2022 dal quale emerge una crescita, in termini di consumi finali, del 4 per cento sull’anno precedente. Il valore aggiunto dal settore – quindi valido ai fini del calcolo del Pil – è pari a 4 miliardi, in crescita del 4,3 per cento

Al contrario, nei casi di induzione, costrizione o sfruttamento della prostituzione altrui, in cui i proventi dell’attività di meretricio, prima ancora che assoggettabili a imposta, sono interamente confiscabili quali provento di reato. In questo caso, infatti, la legge prevede la reclusione da quattro a otto anni e una multa da 5mila a 25mila euro. A tal proposito, ricorda l'Istituto, l'implementazione della classificazione Ateco 2025 a livello nazionale “riguarderà solo gli operatori economici residenti che svolgono attività legali, come nel caso del codice 96.99.92 in cui rientrano, ad esempio, le seguenti attività: le agenzie matrimoniali e quelle di speed dating". 

Nonostante si tratti di una mera messa in regola alle classificazioni statistiche europee, la notizia ha suscitato scalpore. “Se confermato sarebbe grave che il fisco prevedesse nei nuovi codici Ateco l’organizzazione di servizi sessuali”, ha scritto in una nota Alessandra Maiorino, vicecapogruppo M5S al Senato. È vero che la prostituzione in Italia non è illegale, “ma lo sono tutte le attività di favoreggiamento, sfruttamento e induzione. Esattamente ciò che va a regolarizzare, dal punto di vista fiscale, la nuova classificazione”, ha spiegato la senatrice, affermando di star depositando un’interrogazione al ministro delle Imprese Adolfo Urso a tal proposito. 

Malumori anche dal Codacons, secondo cui la nuova classificazione è in contrasto con la normativa italiana: “Siamo di fronte ad un corto circuito fiscale, con l’Istat che regolarizza tutte le attività legate alla prostituzione, e le leggi in vigore che vietano le stesse attività”, ha detto  Carlo Rienzi, presidente dell'associazione dei consumatori. 

 

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