(LaPresse)

Editoriali

I deficit non raccontati della sanità

Redazione

La Corte dei Conti segnala un aumento dei disavanzi sanitari regionali, anche in aree storicamente virtuose, a causa dell’inefficienza e della crescita incontrollata di spese come farmaci e dispositivi medici. Il problema principale, più che le risorse, è la gestione

Nonostante l’aumento della spesa sanitaria e l’attenzione testimoniata dal crescente peso sulla spesa primaria netta, “il settore sembra denunciare crescenti squilibri”. Al punto che crescono nel 2024 le regioni che presentano disavanzi di bilancio prima delle coperture. A lanciare l’allarme è stata la Corte dei Conti, nel corso della sua audizione alle commissioni Bilancio riunite sul Documento di finanza pubblica 2025. Questo fenomeno si estende ora anche a quelle che finora avevano sempre garantito una elevata qualità dei servizi e un equilibrio economico. Sono ad oggi solo quattro le regioni del centro-nord che non presentano disavanzi consistenti prima delle coperture. Registrano perdite Piemonte, Liguria, Toscana e Umbria che nel complesso vedono aumentare il disavanzo da 367 milioni ad oltre 530 nel 2024 a cui si aggiunge nell’esercizio appena concluso l’Emilia-Romagna portando il disavanzo delle regioni a statuto ordinario del centro-nord ad oltre 720 milioni.

A cosa imputare questi risultati? La Corte ha spiegato che questa dinamica è dovuta ad andamenti superiori alla dinamica dei fabbisogni previsti di importanti componenti della spesa: quella per acquisti diretti di farmaci continua a crescere  (+11,3 per cento); superiore al 3 per cento la spesa per farmaci in convenzione. In aumento anche la spesa per dispositivi medici (+5,7 per cento) con punte del +15,2 in Campania e del +7,4 in Emilia-Romagna. A poco sembrano servite  le misure di contenimento affidate a vincoli e a tetti di spesa visto che, ad esempio, il tetto della spesa per dispositivi medici è stato superato di  2,3 miliardi. Nella relazione si segnalano difficoltà anche in tema di prevenzione per screening oncologici soprattutto al sud, così come per le vaccinazioni pediatriche. Un ulteriore campanello d'allarme per il governo visto che questi nodi stanno minando la fiducia nel Ssn non solo da parte dei cittadini ma anche degli stessi operatori sanitari.

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