(foto Ansa)

editoriali

Bpm, il doppio fronte di Unicredit

Redazione

La resistenza finanziaria e quella politica del governo alla scalata di Orcel

Non solo il golden power del governo. L’offerta di Unicredit su Banco Bpm dovrà fare i conti anche con l’ostinata resistenza dei vertici della banca milanese che ritengono l’offerta poco conveniente  e non congrua, e perciò sconsigliano ai soci di aderire. L’indicazione del cda della banca amministrata da Giuseppe Castagna e presieduta da Massimo Tononi è destinata a non passare inosservata in una base azionaria molto variegata, che contava su un ritocco del prezzo che per ora sembra non essere sul tavolo. Unicredit, in questa fase, sta lavorando per un confronto con Palazzo Chigi, che ha sfoderato una specie di bazooka per impedire la scalata a Banco Bpm vista come il fumo negli occhi soprattutto negli ambienti della Lega. Di qui la decisione di porre prescrizioni molto restrittive al progetto di fusione ricorrendo a un uso inusuale del golden power che è stato stigmatizzato dall’Unione europea, trattandosi di un’operazione domestica e non lesiva della sicurezza nazionale.

Insomma, un doppio fronte di “resistenza” si è creato per impedire al gruppo guidato da Andrea Orcel di allargarsi in Italia, uno di tipo più politico e l’altro di tipo più finanziario che fa leva sulla “sottovalutazione” del valore del Banco ma anche sulla “biodiversità” tra i due istituti. Di fatto, l’offerta di Unicredit su Banco Bpm dovrebbe partire il 28 aprile e finora non ci sono segnali che le cose possano cambiare. Tecnicamente può essere ritirata anche negli ultimi giorni della finestra temporale, che è poco più di un mese. Basterà a Orcel per convincere il governo  e contemporaneamente i soci del Banco della bontà della sua iniziativa? Se il banchiere aveva probabilmente messo in conto di doversi scontrare con un clima ostile in Germania per il tentativo di scalata a Commerzbank, si aspettava una strada più liscia in Italia. Ma i tempi sono cambiati e la pressione dei governi per avere il controllo degli assetti assicurativi e bancari è sempre più alta, anche a scapito della nascita di soggetti  nazionali ed europei più grandi e competitivi.

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