L'incertezza gioca a favore di Trump
Il pil è inferiore alle promesse trumpiane, ma motiva il pressing sulla Fed
L’economia americana è cresciuta del 2,9 per cento nel 2018, secondo le analisi del dipartimento del Commercio che confermano una stima pubblicata a marzo. La revisione sui dati annuali del pil mostrano che gli Stati Uniti crescono meno del 3 per cento precedentemente riportato e propagandato da Donald Trump come obiettivo da raggiungere. Il presidente sbandierava il dato della crescita annuale come prova regina che i tagli alle tasse, che hanno contribuito a gonfiare il deficit, avrebbero messo l’economia su un percorso di forte crescita. La Casa Bianca e i repubblicani sostenevano che i massicci tagli fiscali (taglio dell’aliquota dell’imposta sulle società al 21 per cento dal 35) si sarebbero ripagati da soli con una spinta del pil.
In campagna elettorale Trump si vantava di poter portare il pil al 4 per cento. Nel secondo trimestre del 2019 si vede poi una ulteriore decelerazione con il pil in crescita del 2,1 per cento, ma in calo di un punto percentuale rispetto al 3,1 del primo trimestre. Questi ultimi dati sono preliminari e dovranno essere confermati, vista anche la grande escursione da un trimestre all’altro. Ma se la prima conseguenza delle nuove stime per Trump è quella di non poter dire di avere mantenuto grandiose promesse, la seconda è che incolperà la Federal Reserve per non esserci riuscito, come ha già fatto in passato più volte. Il disappunto del presidente metterà ancora più pressione sul governatore della Fed Jerome Powell dal quale ci si aspetta l’indicazione del primo taglio dei tassi da un decennio a questa parte quando il comitato di politica monetaria si riunirà la prossima settimana. Il mercato del lavoro forte e la spesa per consumi stanno in realtà sostenendo ancora la ripresa americana, che però è minacciata dalle tensioni commerciali e dal rallentamento dell’economia mondiale. L’incertezza economica provocata dalle minacce di dazi di Trump verso Cina ed Europa è diventata così la migliore alleata del presidente per spingere la Fed a fare quello che lui desidera.