Toxic tax
Le tasse etiche (plastic e sugar) non fanno bene all’ambiente economico
Contro le tasse etiche, più del buon senso poté l’Umbria. Dopo la débâcle elettorale alle regionali, il governo è sceso a più miti consigli sulla “plastic tax”, la tassa che doveva essere l’emblema del nuovo corso green alla guida del paese. “C’è un bell’accordo nella compagine di governo sul non toccare tutto ciò che è compostabile, riciclabile e biodegradabile, e sul diminuire il packaging di plastica”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che è il massimo esponente dell’ala dura green del M5s. Anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha dichiarato che la tassa verrà “applicata esclusivamente sui manufatti plastici destinati a essere usati una sola volta”. Gli aggiustamenti del governo sono però un po’ come mettere il rossetto a un maiale, come dicono in America, abbelliscono ma non cambiano la sostanza di una tassa completamente sbagliata che infatti è stata contestata anche da insospettabili ambientalisti come Rossella Muroni, deputata di Leu ed ex presidente di Legambiente, perché colpisce in maniera lineare tutte le plastiche senza modificare i consumi. Visto che il polimero per imballaggi costa 0,90 al kg, l’imposta da 1 euro indicata dal governo è pari al 110 per cento. Un costo notevole sia per le imprese italiane – il settore della plastica è molto florido – sia per i consumatori. Lo scopo della tassa è essenzialmente quello di fare cassa ed è proprio questo il problema: il gettito previsto è di 1 miliardo in 6 mesi (2 miliardi nel 2021) e quindi è difficile trovare coperture alternative. Ma i danni economici potrebbero essere superiori. L’esempio massimo della cecità delle nuove tasse è rappresentato dalla Sibeg, l’azienda italiana che in Sicilia imbottiglia le bevande Coca-Cola: la combinazione plastic tax (3 milioni) e sugar tax (13,7 milioni), farà perdere alla Sibeg – secondo le stime dell’azienda – il 27 per cento del fatturato, mettendo a rischio 185 posti di lavoro (la metà dei dipendenti). Il governo green e no global voleva fare bene all’ambiente e colpire le multinazionali, in pratica colpirà i consumatori, i lavoratori e le aziende italiane.