Editoriali
L'ottimismo della ragione genera rilancio
Uno studio economico americano lo dimostra. Il ruolo dei governi (e dell'ottimismo) sul rilancio. Fare presto ma sapere parlare quando serve
L’ottimismo è il sale della vita e, forse, anche della ripresa economica. Un paper appena pubblicato sul Journal of Political Economy indaga l’andamento del prodotto interno lordo americano durante i periodi di recessione (in particolare l’ultimo, 2007-2009) e lo mette in relazione con le opinioni delle persone.
In pratica, ne viene fuori che la crisi è stata resa più profonda, e il recupero più lento, perché individui e imprese si erano convinti che la situazione fosse peggiore di quello che, in realtà, era.
Quindi, hanno messo in pratica comportamenti autoprotettivi che, in aggregato, hanno contribuito a rallentare l’uscita dalla recessione. Questo studio conferma qualcosa che, intuitivamente, sapevamo già: se gli agenti economici hanno fiducia nel futuro, se tirano fuori la testa dalla sabbia (e i soldi dal materasso), allora seguono condotte virtuose che generano benefici per sé e per gli altri.
Diventa dunque cruciale la capacità e la credibilità con cui le istituzioni – a partire da governi, banche centrali e organizzazioni internazionali – comunicano i dati in loro possesso e dipingono i mesi a venire. Questa lezione è di estrema importanza oggi, viste le peculiarità della recessione in corso.
Non si tratta, infatti, di un “normale” processo di aggiustamento dell’economia a valle di un periodo espansivo (anche se, certamente, parte di quello che stiamo vivendo ha le stigmate del rallentamento ciclico). Ma gran parte del tracollo che stiamo osservando è dovuto, ovviamente, al coronavirus e ai cambiamenti (in parte strutturali) che esso ha indotto nei nostri comportamenti. Abbiamo tutti, comprensibilmente, paura. Una priorità del governo dovrebbe quindi essere quella di tranquillizzarci e infondere ottimismo negli italiani.
Per farlo, deve anzitutto trasmettere la sensazione di avere il pieno controllo della situazione. Il caos delle ultime settimane – inclusa la girandola di indiscrezioni sui contenuti del decreto “Agosto” – non aiuta in questo senso. Fate presto, ma soprattutto state zitti e parlate solo a proposito.