Ora al controllo generale della popolazione per identificare i positivi al coronavirus ci pensa un paese piccolo ma non piccolissimo come l’Austria. Un po’ sarà per far sentire la continuità linguistica e culturale con l’italiano Alto Adige (dove un esperimento simile si è appena concluso e un esperimento di questo tipo è stato svolto anche a Liverpool) e un po’ per salvare la stagione dello sci, questione presa molto sul serio e perciò da non trattare con vuoto sarcasmo o con noioso benaltrismo. L’idea è quella di avviare screening di massa per fissare una specie di momento zero della diffusione del contagio da Sars-CoV-2. Perché con un test diffuso in modo quasi generale (in Alto Adige l’adesione era volontaria ma è stata altissima) e realizzato in un breve periodo di tempo si può conoscere lo stato di diffusione del virus e prendere decisioni informate sulle politiche pubbliche. Questo, ovviamente, non significa debellarne la diffusione con una (relativamente) semplice messa in quarantena dei positivi perché è noto che il contagio può proseguire anche sfuggendo ai test e perché dal mondo esterno rispetto al campione, anche se questo coincide con un intero paese, possono comunque arrivare nuove infezioni.
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