Il primo punto per uscire bene da una crisi è riconoscerla. Accettare che, dopo una batosta al pil e dopo uno stravolgimento delle nostre anche minime abitudini sociali come quelli sperimentati nel 2020, siamo, tra le altre cose, più poveri. Lo siamo in termini patrimoniali e lo sta mostrando lo stesso mercato immobiliare, nel quale ad esempio si rileva un calo intorno al 15 per cento nell’importo medio dei canoni di affitto con i contratti degli ultimi mesi. C’è meno fieno in cascina, ci sono meno sicurezze patrimoniali, e negarlo farebbe solo peggiorare la situazione. Però bisogna anche riconoscere che in questa fase il patrimonio, il capitale privato, ha fatto il suo mestiere di cuscinetto di sicurezza egregiamente, consentendo all’Italia di attraversare un anno intero di blocco sostanziale dell’economia senza stravolgimenti eccessivi. La patrimoniale, invocata da alcune parti e nuovamente evocata dalla stessa Banca d’Italia, con il suggerimento di spostare il peso sulla tassazione degli immobili per alleggerire quella sul lavoro, c’è già stata, l’ha fatta il mercato con la compressione dei valori immobiliari.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE