Editoriali

Finalmente si abolisce il cartellino

Redazione

Responsabilizzare il lavoratore aumenta la produttività. Esempi da seguire

La vera furbizia del cartellino sta nell’abolirlo. Chi vuole flessibilità deve essere pronto a darne. E si è visto, non solo per l’avvento obbligato delle varie forme di lavoro da remoto, ma anche per le necessità del mercato digitale, quanto la flessibilità sia utile. I controlli rigidi sugli orari hanno una lunga storia nell’organizzazione del lavoro. Sono stati anche uno strumento per difendere i lavoratori da abusi, da richieste eccessive cui non si poteva dire no, e l’orario di lavoro è strettamente regolato dal contratto. Ma, azienda per azienda, e con patti scritti in modo accorto, è possibile superare le rigidità e avere dei vantaggi. L’azienda rinuncia al controllo arcigno su entrate e uscite, i lavoratori rinunciano alla tutela indiretta che ne derivava sui tempi delle loro prestazioni.

 

La chiave per trasformare due rinunce in un vantaggio sta nella libertà e nella flessibilità, entrambe da usare in un quadro rinnovato di relazioni industriali. Se i dirigenti e il middle management sanno usare questi strumenti, dando flessibilità e chiedendone quando serve, in modo equilibrato, l’esperimento funziona ed è destinato ad aumentare la produttività. Meno Fantozzi, e più responsabilità per tutti, facendo salve le necessarie tutele, ad esempio assicurative, legate all’accertamento della presenza fisica in un luogo di lavoro (che sia in azienda o da remoto). Ci prova Fastweb, che si avvia all’abolizione della timbratura sostituendola con un sistema automatico che attribuisce a ogni lavoratore la presenza e gli affida la responsabilità di certificare eventuali scostamenti, ad esempio la fruizione di ferie o permessi. Nella Pa sarebbe molto più difficile, per dimensioni e vincoli, ma, visto che tira aria di riforma, un pensierino si potrebbe rivolgere anche a questo modo moderno e responsabile per aumentare la produttività rispettando di più la libertà delle persone.

 

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