editoriali
La svolta europeista di Karlsruhe
La Corte tedesca libera il Recovery: il rinvio darebbe svantaggi “irreversibili”
L’Unione europea ieri ha tirato un sospiro di sollievo, dopo che la Corte costituzionale in Germania ha annunciato il via libera alla ratifica della decisione sulle risorse proprie, rimuovendo uno degli ostacoli maggiori alla partenza del Recovery fund. Il timore di Bruxelles non era tanto la bocciatura, ma i tempi della decisione che, se fosse arrivata a estate inoltrata, avrebbe compromesso i piani di iniziare a far arrivare i 750 miliardi già a luglio. Ora il presidente della Repubblica federale, Frank-Walter Steinmeier, può firmare la ratifica, anche se Karlsruhe continuerà ad analizzare la sostanza del ricorso del fondatore di AfD Bernd Lucke. La sentenza di ieri è interessante perché i giudici tedeschi, che avevano già messo in discussione gli acquisti di titoli della Bce e il fondo salva stati Mes, hanno tenuto conto dell’interesse europeo.
Un rinvio del Recovery fund “impatterebbe in modo avverso per gli obiettivi di politica economica” e “gli svantaggi risultanti potrebbero rivelarsi irreversibili”, ha detto la Corte. E’ una piccola svolta, che potrebbe prefigurare un orientamento più europeista di Karlsruhe. Ora l’ostacolo maggiore per completare il processo di ratifiche nazionali è in Polonia. La coalizione ultranazionalista al governo a Varsavia è spaccata, con un piccolo partito alleato del PiS contrario al Recovery fund. Bruxelles sta facendo pressione sull’opposizione polacca perché dia il suo assenso in Parlamento. La Commissione è comunque fiduciosa di poter concludere le ratifiche entro giugno e avviare gli esborsi in luglio. Nel frattempo si avvicina il 30 aprile, la data entro cui i governi dovrebbero presentare i loro piani nazionali di Recovery. “Non esageriamo l’importanza di questa scadenza”, ha detto lunedì la Commissione: “La priorità è la qualità”. Vale anche per l’Italia.