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Editoriali

La Germania non è più in pole position

Redazione

Tra dati economici negativi e incertezza politica. Merkel sembra Hamilton
 

Il pil della Germania si è ridotto nel primo trimestre dell’1,7 per cento, molto peggio dell’Italia (meno 0,4) dell’area euro (meno 0,6) e della Ue (meno 0,4). Va bene la Francia (più 0,4) mentre la crescita italiana già acquisita per il 2021 è dell’1,9 per cento, rafforzando la previsione del governo di andare oltre il quattro. La Germania invece arretra e tutti i centri di ricerca ridimensionano il rimbalzo a un massimo del 3 per cento a fine anno, meno della metà di quanto messo a segno finora dagli Usa sotto Joe Biden. La Bundesbank ne individua le cause nelle difficoltà del settore auto, cuore della produzione industriale. In particolare nella carenza di approvvigionamento di chip e batterie indispensabili alla completa conversione elettrica delle sue tre big, Volkswagen-Audi, Mercedes e Bmw.

 

Soprattutto Vw aveva imboccato questa strada già prima del Covid per convinzione e per far dimenticare il Dieselgate. Accompagnandola con una strategia stand alone, senza accordi strategici con altri concorrenti. Francia e Italia, con Psa e Fca, hanno preso la via opposta, la fusione in Stellantis, e una maggiore gradualità nel passaggio all’elettrico, comprando componenti all’estero. I problemi tedeschi non devono suscitare né nazionalismi, in quanto si parla del primo partner commerciale sia per noi sia per i francesi.

 

Ma al di sopra delle difficoltà produttive c’è l’incertezza della lunga successione di Angela Merkel, tra un candidato della Cdu poco noto e carismatico (Armin Laschet) e la prevista affermazione, se non vittoria, della verde Annalena Baerbock. Le elezioni sono il 26 settembre ma da mesi la Germania è assente dalla scena mondiale, dominata dal ritorno al multilateralismo di Biden, corredato da un po’ di protezionismo industriale, dalla marginalità britannica, dai rapporti più complessi con Cina e Russia, e perché no dal recente recupero dell’Italia. Tutti i cicli hanno un termine, e per restare all’auto anche la Mercedes in Formula 1 sta trovando nuovi avversari con Lewis Hamilton a quasi fine carriera. Ma è ancora in testa e, come la cancelliera, si farà rimpiangere.

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