Una barca piena di migranti a largo di Lampedusa, lo scorso 9 maggio (Ansa)

Editoriali

Il vertice Ue non si cura dei migranti

Redazione

Stallo sul Patto, nonostante le richieste dell’Italia. Servono soluzioni creative
 

Con l’aumento degli sbarchi a Lampedusa, Mario Draghi ha voluto sollevare la questione dei migranti al vertice europeo che si è aperto ieri a Bruxelles, ma lo stesso presidente del Consiglio è consapevole che in questa occasione non ci saranno passi avanti. Il tema non è nell’agenda ufficiale. È un punto di informazione tra le “varie ed eventuali”. Diversi stati membri vogliono tenere i migranti lontani dal Consiglio europeo, perché la questione è troppo controversa. Meglio lasciare i negoziati sul nuovo Patto su migrazione e asilo a livello di ministri dell’Interno. Il coinvolgimento dei capi di stato e di governo potrebbe portare a una rottura. Eppure il Consiglio europeo prima o poi dovrà affrontare la questione, anche solo per prendere atto dello stallo causato dalle posizioni inconciliabili tra Europa occidentale e orientale sui ricollocamenti dei richiedenti asilo. “Non si può continuare a far finta di nulla”, ha spiegato una fonte diplomatica.

 

L’obiettivo di Draghi è avere una vera discussione al vertice di giugno. L’Italia è pronta a compiere un gesto per sbloccare i negoziati sul Patto, rinunciando alla richiesta di approvare tutto il pacchetto legislativo. Per non perdere margine negoziale sui ricollocamenti, in cambio chiederà una clausola “sunrise”: alcune misure penalizzanti per i paesi di primo ingresso entrerebbero in vigore solo quando sarà approvata anche la componente di solidarietà del Patto. Al di là dei tecnicismi, però, rimane la frattura ovest-est. Germania, Francia e Paesi Bassi sono pronti a “un grand bargain” con Italia, Spagna e Grecia: solidarietà sui ricollocamenti in cambio di responsabilità sui movimenti secondari. L’Ungheria e altri paesi dell’est non sono semplicemente disponibili a discutere. In questo contesto, è giunto il momento di immaginare soluzioni creative, come una cooperazione rafforzata su migrazione e asilo.

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