Germania chiusa

Il Certificato Covid è appena entrato in funzione e la Germania sta già mettendo in pericolo la sua ragion d’essere, cioè permettere il ritorno alla libera circolazione delle persone nell’Unione europea per chi è vaccinato o guarito dal Covid-19. Il governo tedesco ha deciso di inserire il Portogallo tra i paesi con variante preoccupante, a causa dell’impennata di casi provocata da quella Delta. Negli scorsi giorni Angela Merkel aveva criticato António Costa per aver permesso ai turisti britannici di entrare senza restrizioni. Nel fine settimana Berlino ha vietato gli ingressi sul suo territorio dal Portogallo (solo i cittadini tedeschi possono tornare sottoponendosi a test e quarantena) e ha informato l’Ue che la decisione va considerata come il “freno di emergenza” sulla libera circolazione previsto per le varianti pericolose. Problema: il regolamento sul Certificato Covid e una raccomandazione dell’Ue in materia non contemplano la possibilità di divieti di viaggio, ma solo di imporre test e quarantene a chi entra.

La scelta unilaterale della Germania di violare le raccomandazioni dell’Ue, che lei stessa aveva approvato meno di un mese fa, è grave. La variante Delta è pericolosa e va monitorata con sequenziamenti, test e tracciamenti. Ma la chiusura delle frontiere non ha fermato il virus e non fermerà le varianti. Più che su basi scientifiche, queste decisioni vengono prese per dimostrare che si sta facendo qualcosa. Il pericolo è un’ennesima reazione a catena, con un paese dopo l’altro che blocca la libera circolazione. Il problema non è salvare il turismo, ma rispettare regole comuni per salvare Schengen. La Commissione ha detto che la decisione della Germania “non sembra in linea” con le regole dell’Ue, ma non intende intervenire. Secondo Ursula von der Leyen, la disputa si risolve con “il coordinamento”. A forza di rifiutare il suo ruolo di guardiano delle regole dell’Ue, la Commissione lascerà morire Schengen.