Editoriali
Tour sì vax
Per Macron ogni occasione è buona per convincere i francesi a vaccinarsi
C’è un giallo che al presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, non fa venire il mal di testa come accade quando vede i “gilet” protestare per le strade del paese: è il giallo del Tour de France, la corsa ciclistica più antica del mondo, nonché la più grande festa popolare dell’estate francese. La Grande Boucle, dai tempi di Charles de Gaulle, è diventata una tappa imprescindibile per gli inquilini dell’Eliseo, “un appuntamento quasi istituzionale”, come ha spiegato al Figaro Sylvain Letouzé, autore del libro “Histoire insolites du Tour de France”. Giovedì Macron ha rispettato questa tradizione della Quinta Repubblica, nel quadro di una trasferta nei Pirenei – la zona oggi più colpita dalla variante Delta – che sa molto di campagna elettorale.
Il capo dello stato è salito sull’auto del direttore del Tour de France, Christian Proudhomme, ha salutato i tifosi, ha seguito da vicino i corridori, si è congratulato con il vincitore della tappa da Pau a Luz-Ardiden, Tadej Pogacar, ma ha anche approfittato dell’occasione per difendere le sue ultime misure anti Covid, a partire dall’estensione del green pass a tutti i luoghi della vita sociale, e ribadire l’importanza della vaccinazione, l’unica arma sicura che ci permetterà di ritrovare la via della normalità. “Abbiamo un vaccino che è efficace, anche per la variante Delta. Divide per dodici la rapidità di contaminazione e nel 95 per cento dei casi evita le forme gravi”, ha detto Macron ai giornalisti presenti nel dipartimento degli Alti-Pirenei, prima di aggiungere: “La libertà di ognuno dipende anche dal senso civico degli altri”. Sollecitato sull’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario, il presidente francese ha risposto così: “Quando si è medici si fa il giuramento di Ippocrate, ci si impegna ad aiutare il prossimo, penso dunque che lo si aiuti meglio vaccinandosi”. Insomma, ogni occasione è buona, secondo Macron, per tentare di convincere i no vax. Anche il Tour de France, antipasto della campagna presidenziale che verrà.