Editoriali
Autolesionismi a destra sulla giustizia
Tajani impone il blitz. FI in tilt, e M5s passa come pretoriano di Cartabia
Va riconosciuto che ci voleva dell’impegno, e non poco, per riuscire a trasformare i grillini nei pretoriani involontari di Marta Cartabia. Eppure, a Lega e Forza Italia quest’impresa è riuscita. E così ieri, in commissione, quando il centrodestra di governo ha portato in votazione la richiesta di ampliamento del perimetro della riforma della giustizia per includervi anche la depenalizzazione dell’abuso d’ufficio, è spettato al fronte rossogiallo, insieme a Leu e ai totiani di Coraggio Italia, schierarsi a difesa del disegno della Guardasigilli. E non che non vi fossero buone ragioni, nelle scelte di Forza Italia. Specie nel metodo. Perché, dopo settimane trascorse con l’intero Parlamento a osservare passivo la mediazione tra il governo e il M5s, e con Via Arenula e Palazzo Chigi costretti ad assecondare almeno in parte i capricci delle truppe di Giuseppe Conte su prescrizione e improcedibilità, era fisiologico che anche altri partiti chiedessero un riconoscimento politico, pretendendo l’accoglimento delle proprie proposte.
Solo che, a essere pragmatici, la strategia azzurra era scriteriata: perché ampliare il disegno di legge avrebbe consentito al M5s di pretendere un rinvio a settembre della discussione di un provvedimento rispetto al quale il tempo non è una variabile marginale, visti gli impegni presi con l’Ue. E così, su un passaggio che avrebbe dovuto mettere alla prova la tenuta grillina (e su cui in effetti ancora si cerca una soluzione che segni la fine della gazzarra a cinque stelle), è stata FI a entrare in subbuglio. Prima i suoi deputati hanno tentato di indurre Tajani al ripensamento, piegandosi poi alle volontà del leader con l’animo di chi obbedisce senza convinzione. Poi, di fronte all’ammutinamento di Giusi Bartolozzi (“io questa cosa non la voto”), l’hanno trasferita in commissione Affari costituzionali. E lei ha annunciato per tutta risposta il suo passaggio al Misto. Un capolavoro di tattica