Editoriali
Guai seri per Cuomo, l'idolo di NY
Con le accuse di molestie sessuali sfuma il sogno politico del governatore
Come finisce una carriera politica? Come si trasforma l’uomo che un anno fa era considerato una specie di supereroe anti Covid, in un paria che è meglio far finta di non aver mai nè visto nè conosciuto? Per saperlo, forse, vale la pena dare un’occhiata a quel che sta succedendo in queste ore ad Andrew Cuomo, governatore democratico dello stato di New York, passato dalle ovazioni per come aveva gestito, quasi da solo, la crisi Covid del 2020, alle accuse di molestie sessuali. Le voci circolavano da tempo, ma ieri hanno assunto una concretezza e una gravità nuove: il procuratore generale di New York (Letitia James, che pure di Cuomo è compagna di partito) ha presentato i risultati della lunga indagine scaturita dalle accuse mosse al governatore da 11 donne, in gran parte dipendenti del suo ufficio. Secondo il Procuratore James, il rapporto (165 pagine, 74 mila documenti e 179 testimonianze) rende evidente “un quadro profondamente inquietante, e una condotta che corrode il tessuto del nostro governo statale”.
In pratica, secondo le conclusioni cui è arrivata l’indagine, Cuomo avrebbe “molestato più donne, impegnandosi in palpeggiamenti indesiderati, baci, abbracci e facendo commenti inappropriati”. Gli scenari che si aprono sono due: uno penale (sulla cui consistenza, il rapporto, dice di non volersi ancora esprimere) e uno politico. Quest’ultimo, il più immediato, è pieno di incognite. Il governatore fino a poche ore fa era dato per certo candidato e probabile vincitore delle prossime elezioni da governatore, ma ora questo scenario sembra sfumato. Anzi. Da più parti, e soprattutto dalle parti del Partito democratico, si levano strali, accuse, richieste di dimissioni o addirittura di impeachment. Meno di un anno fa, Cuomo era considerato un potenziale candidato alla presidenza degli Stati Uniti d’America.