Editoriali
Il Cav., l'Europa e la storia afghana
Una leale dichiarazione di impegno occidentale. La visione di Macron e Merkel
Quando il 30 ottobre del 2001 iniziò la missione italiana in Afghanistan il presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi, che mai per un attimo, dopo le Twin Towers e negli anni a venire, ha esitato a schierare la sua coalizione, e il paese, dalla parte giusta della guerra al terrore. Quando nel 2002 il Parlamento approvò la missione italiana, con il subbuglio dell’estrema sinistra e dei pacifisti di maniera, il “suo” ministro della Difesa, Antonio Martino, disse in Aula che era “da irresponsabili rompere la coalizione antiterrorismo”. Non tutto è andato per il verso giusto in questi vent’anni, lo abbiamo sotto gli occhi. Ma non c’è nulla di più sbagliato di rinnegare il valore e i motivi delle scelte fatte. Per questo motivo appare particolarmente apprezzabile la nota diffusa da Forza Italia a firma del suo presidente: “Le drammatiche immagini che giungono da Kabul ci riempiono di angoscia e di amarezza”, scrive Berlusconi.
Ma “l’occidente non può limitarsi ad assistere rassegnato al trionfo dei suoi nemici, dell’integralismo islamico che sta riportando l’Afghanistan ai periodi più oscuri della sua storia”. Berlusconi ammette con realismo che “naturalmente, dopo la decisione americana di ritirarsi, decisa dall’Amministrazione Trump e confermata da quella Biden, non c’era alcuna possibilità per gli altri paesi, come l'Italia, di rimanere”, ma “non fare nulla ora sarebbe ancora più grave”, scrive: “La Nato non può permettere che l’Afghanistan torni a costituire un pericolo per la sicurezza della regione e dell’intero occidente” e ci sarebbe bisogno di una leadership esperta e autorevole, in grado di dare una risposta non rassegnata a quello che sta accadendo”.
Una dichiarazione di realismo politico e anche Emmanuel Macron, in un discorso alla nazione, ha detto che l’Afghanistan non può tornare a essere “il santuario terrorista che è stato”. Anche Angela Merkel ha affrontato l’argomento, ha detto: “Siamo stati vent’anni in Afghanistan senza successo”. E poi ha aggiunto: “Abbiamo sbagliato tutti”. L’impegno occidentale adesso è tutto qui: recuperare insieme agli errori commessi insieme.