Editoriali
Cambiare sesso a quattro anni
E senza il consenso dei genitori. Sono le linee guida del governo scozzese
Nuove linee guida sull’“inclusione di genere” da applicare nelle scuole locali, asili compresi. Il governo scozzese istruisce gli insegnanti su quali pratiche adottare durante le lezioni al fine di rendere l’ambiente scolastico “più sensibile verso gli alunni con anomalie di genere”. Le linee guida, descritte dal Telegraph, invitano i docenti in Scozia a non fare pressione su bambini e ragazzi che manifestano il desiderio di cambiare sesso, stabilendo poi che i bambini di età inferiore ai quattro anni potranno cambiare identità e genere a scuola “senza il consenso di madre e padre”. Ovvero, se un bambino manifesterà il desiderio di cambiare sesso o di mantenere una neutralità di genere, nessuno all’interno della scuola dovrà farne parola con la madre o con il padre del diretto interessato.
Invece in Spagna il governo introduce la “prospettiva di genere” anche nella matematica. Il nuovo curriculum voluto dall’ex ministro dell’Istruzione Isabel Celaá e portato avanti dall’attuale Pilar Alegría cita la parola “genere” al fianco dell’addizione e della sottrazione. Ideologia di stato imposta a 2,9 milioni di bambini di età compresa tra i sei e i dodici anni. “La scuola come campo di battaglia ideologico”, scrive il País. È il grande, gravissimo, rischio contenuto nelle leggi come quella Zan. Il rischio è di finire come in America, dove la docente di Harvard Carole Hooven, una delle massime esperte di testosterone, è finita sotto attacco dopo che aveva affermato che il sesso biologico è reale e che va difeso l’uso di termini come “donne incinte” e “maschio e femmina”. Le sue parole non sono piaciute alla Diversity and Inclusion Task Force presso il Dipartimento di Biologia evolutiva umana di Harvard, che ha definito quella della Hooven “scienza pericolosa”. Decretare pericolosa la realtà. A questo tendono a portare l’intolleranza dei tolleranti e il lavaggio del cervello coltivato fin dalla tenera età.