EDITORIALI
L'urgenza di un fisco europeo
Semplificazioni e riordini possibili. L’altra mediazione che serve a Draghi
Fisco e concorrenza, dice Mario Draghi, sono le prime riforme nell’agenda del governo. Si è capito che il presidente del Consiglio non ha alcuna intenzione di giocare tatticamente con i rinvii. Anzi, il gioco tattico, se c’è, è proprio quello opposto, con l’imposizione, magari bonaria e sorridente, del rispetto dei tempi per la realizzazione del programma di governo. Sul fisco la mediazione arriverà, certo, ma su alcuni aspetti contenutistici, tenendo fermi due pilastri, quello della semplificazione (le famose 800 leggi da riportare a razionalità e comprensibilità, di cui ha spesso parlato il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini) e quello della riduzione del carico fiscale. Inseriti, entrambi, tra i punti programmatici del piano di ripresa. Quindi, si potrebbe dire, rafforzati dall’impegno preso con l’Ue. Ci si arriva, sempre scartando anche il sospetto di un rinvio, passando per una legge delega e una commissione di esperti.
Draghi ha buon gioco a mediare tra due parti contrapposte e una terza un po’ stramba rappresentata dal Movimento 5 stelle. Il punto di caduta sta nel ritorno delle tasse sul reddito alla loro funzione originaria, riducendo o eliminando eccezioni e specificità con cui era progressivamente migrata verso altri lidi (come le varie cedolari secche) tanta parte di base imponibile. Politicamente va gestito con cura il necessario riordino catastale, sul quale vigila in modo molto arcigno il centrodestra. Mentre il Pd e il resto della sinistra in maggioranza mettono come condizione qualche forma di riduzione del prelievo sui redditi da lavoro. I 5 stelle, oltre a difendere la loro amata tax expenditure realizzata con il bonus per le ristrutturazioni al 110 per cento (funziona, ma ha caratteristiche distributive anti progressive, a favore dei ricchi), batteranno il tasto della semplificazione. Insomma, come per altre contrapposizioni che sembravano insanabili, anche per il fisco, andando a sfrondare il terreno dalle polemiche politicistiche, si potrebbe scoprire che la mediazione non è difficile. Anche perché l’impegno è preso, e ha a che fare con i soldi del piano, e i tempi sono definiti.