editoriali
Lagarde (Bce): acquisteremo meno titoli dagli stati, ma non chiamatelo "tapering"
Il ritiro graduale degli aiuti da parte della Banca centrale europea non è cominciato, ma preoccupa i mercati
Non è stata una vittoria dei falchi, ma neanche il trionfo delle colombe. Il Consiglio generale della Bce ha deciso di ridurre un po’ il Pepp (Programma di acquisti pandemico) – anche se non dice di quanto – per tenere conto delle nuove stime che vedono l’economia dell’Eurozona in ripresa e l’inflazione in salita. Una soluzione di compromesso, che ha avuto come effetto di rassicurare ma non del tutto i mercati finanziari che temono che il “tapering”, cioè il ritiro graduale degli aiuti da parte della Bce, sia di fatto già cominciato.
Del resto, la stessa presidente, Christine Lagarde, che ha voluto trasmettere un messaggio cauto e realista allo stesso tempo, ha confermato in conferenza stampa che il futuro del “tapering” sarà al centro della riunione di dicembre. Così, quelle che cominciano oggi potrebbero essere delle prove generali che preparano i governi a futuro in cui dovranno a fare a meno del sostegno della banca centrale europea. Ma ci vorrà tempo per arrivare a questo punto e molto dipenderà da come andranno contagi e vaccini e quanto la variante Delta inciderà sulla ripresa. Non a caso la decisione di “ricalibrare” il Pepp è stata presa all’unanimità dal Consiglio generale, dove pure il falco Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, ha fatto pesare la sua posizione di dissenso rispetto alla continuazione di un’azione di politica monetaria che non tenesse conto della fiammata dell’inflazione registrata in agosto. Ma proprio su questo tema il board dell’Eurotower è riuscito a raggiungere un punto d’incontro: il livello dei prezzi è sì atteso in aumento per il 2021 (+2,2 per cento), ma poi volgerà di nuovo verso il basso (1,7 per cento nel 2022 e 1,5 per cento nel 2023), posizionandosi, quindi, al di sotto dell’obiettivo del 2 per cento simmetrico che si è data la Bce.
E,dunque, la scelta finale è stata di rinviare ogni decisione a dicembre. Ma come tutte le soluzioni di compromesso lascia spazio a una certa vaghezza. Appellarsi alla flessibilità del Pepp per evitare di definire di quanto si ridurranno gli acquisti mensili è una scelta che rischia di non essere compresa.
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