EDITORIALI
Ancora persecuzioni anti Berlusconi
Giusto ceffone del Cav. al tribunale che gli chiede una perizia psichiatrica
Il presidente della VII sezione penale del tribunale di Milano aveva disposto una perizia per stabilire se vi sia una effettiva impossibilità di Silvio Berlusconi a partecipare al processo denominato Ruby Ter. La decisione del collegio imponeva addirittura una perizia psichiatrica, il che ha indotto il presidente di Forza Italia a una risposta giustamente risentita: “L’ipotesi di sottopormi – ha scritto al presidente del tribunale – a un’ampia e illimitata perizia psichiatrica da parte del Tribunale dimostra, per ciò che ho fatto nella vita in molteplici campi … un evidente e incredibile stravolgimento della realtà nell’ambito di questo ingiusto processo. Si proceda, dunque, in mia assenza alla celebrazione di un processo, che neppure sarebbe dovuto iniziare, nella consapevolezza che verrà riconosciuta la assoluta correttezza del mio comportamento”.
Si tratta dell’ultima puntata dell’ormai quasi trentennale persecuzione giudiziaria nei confronti di Berlusconi. Dopo la sua lettera, in cui esprimeva la volontà che il processo potesse svolgersi anche in sua assenza, il collegio ha rinunciato alla perizia, ma già il fatto di averla richiesta, mettendo in dubbio non solo la correttezza dell’imputato ma anche dei suoi sanitari, dimostra la faziosità di un atteggiamento viziato da evidente spirito pregiudiziale. Forse una delle ragioni che, più o meno consapevolmente, ha spinto il tribunale a percorrere questa strada è la volontà di recuperare il prestigio “giustizialista” di una struttura giudiziaria, quella milanese, che è attraversata da tensioni e da veri e propri scandali, che sono arrivati alle denunce reciproche tra magistrati che hanno ricoperto o ricoprono ruoli apicali.
Può darsi che qualche manettaro impenitente ci caschi, che creda alla favola di un tribunale che non guarda in faccia a nessuno e di un Berlusconi che si nasconde dietro ai referti medici. La verità però è talmente lampante da far sperare che questa volta siano davvero pochissimi a farsi intontire da queste manovre, tanto insistenti da diventare quasi stucchevoli.