Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini (Ansa)

editoriali

La destra a due velocità

Redazione

Forte nelle regioni, debole nelle città. Due paradossi dell’Italia al voto

La geografia amministrativa dell’Italia mostra una prevalenza del centrodestra nelle regioni, che ha come contrappeso una prevalenza del centrosinistra nelle città. Soprattutto in quelle capoluogo. Nell’ultima tornata c’è stata un’affermazione di candidate dei 5 stelle a Torino e a Roma e di un “giustizialista” a Napoli, ma a quanto pare anche queste anomalie sono destinate a essere risolte a vantaggio della sinistra nei rinnovi imminenti. A prima vista si tratta di una differenza sociologica, di una presenza particolarmente accentuata nei centri urbani del ceto medio intellettuale o burocratico più orientato a sinistra, ma meno presente nell’insieme dei territori regionali. Tuttavia ci sono elementi, come il fatto che lo stesso elettorato urbano si comporta in modo diverso nelle elezioni regionali e spesso in quelle politiche, che fanno pensare ad altre spiegazioni. 

 

Il paradosso di Matteo Salvini e Giorgia Meloni

 

Naturalmente ha un peso anche la diversità dei sistemi elettorali, il turno unico delle regioni permette di conquistarle con la maggioranza relativa, il doppio turno municipale richiede alla fine una maggioranza assoluta, ma anche questo non spiega tutto. C’è una fascia non irrilevante di elettori che vota in modo diverso a seconda del tipo di elezione: la sinistra dimostra quindi una maggiore affidabilità nella guida dei municipi. Storicamente il Pci, escluso dalle maggioranze nazionali, ha espresso le sue capacità di governo al livello municipale e questo ha costruito una cultura politica specifica, una capacità di interrogarsi sul carattere delle città che ha coinvolto anche settori sociali lontani da quelli tradizionalmente legati alla sinistra. Il centrodestra, salvo eccezioni, fatica a ricollegarsi a questa concezione, anche nei casi migliori ha espresso, basta pensare a Milano, uno spirito imprenditoriale che ha dato risposte alle esigenze di sviluppo ma non alla specificità culturale e civica delle città, che risale più alla loro storia che alla loro condizione economica.

Di più su questi argomenti: