Editoriali
La Cina è sempre più vecchia
In 45 anni la popolazione sarà la metà. I limiti delle politiche demografiche di Xi
Secondo uno studio del professor Jiang Quanbao e dei colleghi dell’Istituto per gli studi sulla popolazione e lo sviluppo dell’Università di Xi’an Jiaotong, il declino della popolazione cinese potrebbe essere ben più veloce del previsto: entro i prossimi 45 anni il numero di persone del paese sarà dimezzato. L’ultima ricerca – ormai datata un anno fa – dell’Università di Washington pubblicata da Lancet, suggeriva che la popolazione si sarebbe dimezzata entro il 2100. Ma i ricercatori di Xi’an non la pensano così: affermano che le stime precedenti potrebbero aver di gran lunga sottovalutato l’andamento del declino demografico e che le autorità cinesi “devono prestare molta attenzione alla potenziale inerzia negativa della crescita della popolazione e fare in anticipo un piano con delle contromisure” – ha scritto Jiang nello studio pubblicato sul Journal of Xi’an University of Finance and Economics.
Il crollo demografico è anche causato da un secondo problema: quello del rapido invecchiamento della popolazione, che potrebbe compromettere gravemente il futuro della Cina. Sarebbe infatti la prima volta in assoluto in cui nel paese di mezzo si registrano più anziani che giovani; analizzando i risultati dell’ultimo censimento – divulgati al pubblico solo parzialmente – i bambini rappresentano circa il 17 per cento della popolazione mentre la percentuale di ultrasessantenni è salita oltre il 18 per cento. Dopo l’addio alla politica del figlio unico cinque anni fa, quest’estate il governo Xi Jinping ha allentato la sua politica demografica autorizzando (o meglio incitando) le coppie ad avere tre figli. Ma pare che le famiglie cinesi non abbiano alcuna intenzione di allargarsi: “Le persone non osano avere figli a causa della crescente pressione economica. Ci sono anche gravi carenze nei servizi di supporto per la gravidanza e la cura”, hanno scritto i ricercatori.