editoriali
Un buon ritratto dell'Italia
Più reddito disponibile, meno indebitamento. L’Istat e i segnali di fiducia
Più reddito disponibile, minor risparmio “immobile” e maggiore spesa per consumi nonostante l’aumento dei prezzi, e infine debito e deficit in calo. È un buon ritratto dell’Italia che esce dalla pandemia quello pubblicato ieri dall’Istat. Un ritratto nel complesso ottimista e fiducioso, e che fa un po’ da controcanto al diffuso astensionismo alle amministrative.
Nel secondo trimestre 2021 il reddito delle famiglie è cresciuto dello 0,5 per cento rispetto a gennaio-marzo. L’aumento dei prezzi dello 0,4 ha frenato l’incremento del potere d’acquisto, comunque cresciuto di un decimale di punto. La propensione al risparmio è stimata al 12,9 per cento, in calo di 4,1 punti, ma a livelli superiori a quelli pre crisi. Corrispondentemente la spesa per consumi è aumentata in termini nominali del 5,4: il che significa che gli italiani stanno ricominciando a spendere al di là dell’attitudine-abitudine a metter via tesoretti liquidi che restano comunque superiori a due anni fa.
Nel secondo trimestre 2021 il deficit si è attestato al 7,6 per cento del pil, in miglioramento rispetto all’anno precedente quando era al 12,9. Un miglioramento secondo l’Istat dovuto alla “consistente riduzione delle uscite. Si tratta dell’effetto Draghi, a Palazzo Chigi da febbraio, che evidentemente pur ancora in fase di emergenza manovra con più oculatezza la spesa pubblica. Anche l’indebitamento primario delle amministrazioni pubbliche, al netto degli interessi, è risultato in calo con un’incidenza sul pil del -3,6, rispetto al -8,7 per cento nel secondo trimestre del 2020.
Ovviamente incide anche l’aumento del pil: il 2,7 per cento nel secondo trimestre, lo 0,2 nel primo. Nel secondo trimestre 2021 la pressione fiscale è stata pari al 41,9 per cento, in riduzione di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando era stata del 42,4. Anche in questo caso, più che la riduzione delle tasse che ancora non c’è – ieri il Consiglio dei ministri ha approvato la delega sulla riforma fiscale e la Lega non ha partecipato – incide l’aumento del pil. L’ottimismo è possibile, in attesa di una svolta sulle tasse.