Editoriali
Il falso allarme sulla Dad
Il panico di Rep. non giustificato dai numeri. Gli interventi che mancano
Nessun problema Dad nelle scuole. Nonostante l’allarme lanciato da Repubblica, dalle parti del ministero dell’Istruzione si invita alla calma visto che il sistema scolastico sta “reggendo bene” l’impatto con la didattica in presenza e la stagione autunnale. Le classi in Dad sono a oggi solo l’1,3 per cento, come spiegato dalla sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia. Come spesso accade, quando riparte l’allarme per l’avvio di nuove ondate di contagi uno dei primi settori a essere attenzionati è quello della scuola. Le difficoltà non mancano, e riguardano in particolare due aspetti: la capacità di gestione dei casi delle Asl in tempi rapidi e l’applicazione omogenea su tutto il territorio delle nuove regole di gestione dei casi positivi in ambito scolastico.
Scuola e contagi, nessun allarme sulla Dad
A oggi, nelle scuole primarie e secondarie, nel caso in cui uno studente risulti positivo gli alunni della stessa classe dovrebbero essere sottoposti a un tampone immediato. A quel punto, se negativi, possono restare in classe ripetendo il tampone a distanza di 4-5 giorni. In caso di un’ulteriore positività, gli alunni vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi saranno sorvegliati con i test, gli altri dovranno andare in quarantena. Se si trovano altri due casi positivi oltre al primo, scatta la quarantena per tutta la classe. Succede però che a volte le Asl non riescano a garantire il tampone molecolare in tempi rapidi a tutti gli alunni di una classe e, di conseguenza, gli studenti vengano mandati in Dad per 48-72 ore in attesa dell’esame.
Ci sono poi alcune Asl che sembrano opporre resistenza alle nuove regole e continuino ad applicare le vecchie indicazioni inviando precauzionalmente l’intera classe per 10 giorni a casa in presenza di un caso positivo. Comportamento discutibile ma legittimo, dal momento che le nuove linee lasciano in tal senso ampia discrezionalità ai dipartimenti di prevenzione sulle misure da intraprendere. Forse sarebbe necessario l’intervento del ministero della Salute per evitare che le regole di prevenzione a scuola possano variare non solo da regione a regione ma addirittura anche da Asl ad Asl.
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