Editoriali
La sindrome di Stoccolma
La premiership lampo della Andersson è un regalo all’estrema destra
La storia della prima donna premier della Svezia è durata pochissimo. Magdalena Andersson, nominata tra moltissimi applausi, primo ministro dopo le dimissioni di Stefan Löfven, socialdemocratico come lei, ha lasciato il posto dopo qualche ora, dopo che il Parlamento ha bocciato il progetto di bilancio del governo, a favore della proposta presentata dall’opposizione, che include anche i Democratici svedesi, un partito di estrema destra. All’inizio della giornata Andersson aveva detto di poter governare il paese con il budget dell’opposizione, ma sono stati i Verdi, gli alleati del governo di minoranza, a definire inaccettabile la possibilità di prendere per buona una proposta dell’estrema destra. Le vicende si sono susseguite con rapidità estrema, Andersson, ex ministro delle Finanze e ora anche ex premier, ha detto che non è disposta a guidare “un governo in cui potrebbero esserci motivi per mettere in dubbio la sua legittimità”, ha spiegato di volerci riprovare con un governo di minoranza formato solo dai socialdemocratici.
Svezia, la premiership di Andersson è un regalo all'estrema destra?
La politica svedese è diventata molto tormentata negli ultimi mesi e il tormento si è rafforzato quando è parso evidente che il cordone sanitario che finora aveva arginato l’estrema destra è saltato. Il centrodestra non ha più paura dei Democratici svedesi e anzi pensa a possibili alleanze alle prossime elezioni. Il cordone è saltato anche grazie al nuovo leader del partito di estrema destra: Jimmie Åkesson. Åkesson ha smorzato i toni, ha ammorbidito le istanze contro l’immigrazione, ha preso le distanze dal razzismo. E poi, durante la pandemia, nel mondo alla rovescia che è stato la Svezia, era lui a chiedere chiusura, distanza e mascherine, mentre il governo difendeva, cocciuto, la sua eccezione svedese. L’estrema destra ha giocato il ruolo della ragione, il governo socialdemocratico quello della sventatezza. Un partito cambiato nella forma e difficilmente nella sostanza è candidato a decidere molto delle sorti del paese e ha creato una nuova crisi politica in poche ore.