Editoriali
Mettete vaccini nei vostri cannoni. La campagna vaccinale tedesca al generale Breuer
Anche Berlino sceglie un militare, come il generale Figliuolo, per dare slancio alle vaccinazioni
Angela Merkel e Olaf Scholz hanno tentato di rendere armonico il tragitto da un governo all’altro. Eppure uno cosa essenziale è rimasta fuori da questo passaggio di consegne fluido e senza conflitti: la pandemia. Ora che Scholz ha decretato che il “semaforo è acceso” – i colori dei tre partiti sono rosso, verde e giallo – il futuro esecutivo non ha più tempo da perdere e ha annunciato la creazione di un’unità di crisi per la pandemia e ha detto che la priorità sarà vaccinare. Ieri il futuro cancelliere ha detto che è a favore dell’obbligo vaccinale, ma che la questione dovrà essere sottoposta al Bundestag, ha iniziato a riorganizzare la campagna di vaccinazione e tra i paesi da cui ha preso spunto c’è proprio l’Italia, che in Germania sta vivendo un periodo di grande considerazione, tanto che lo Spiegel ci ha indicati quale paese da imitare per dotarsi di una rete ferroviaria per l’alta velocità come si deve: “L’Italia, fra tutti i posti, è molto più avanti”. Lunedì Christian Lindner, il leader dei Liberali e ministro delle Finanze designato ha spiegato che la nuova unità di crisi per la gestione della pandemia sarà guidata dal generale della Bundeswehr Carsten Breuer. Un Figliuolo in salsa tedesca per infondere fiducia nella popolazione e gestire al meglio la campagna vaccinale.
Al pari di Figliuolo anche il 56enne Breuer è specialista di logistica con esperienze che vanno dalla guida della forza internazionale della Nato in Kosovo (Kfor) fino alla missione tedesca in Afghanistan. A lui sta il compito di ripristinare l’immagine appannata e affannata di una Germania partita in quarta nel 2020 nella protezione degli anziani e della classe medica ma poi rivelatasi endemicamente No vax e rimasta indietro sui vaccini. In queste ore il cuore di tanti dirigenti tedeschi è in fibrillazione per il picco del tasso di inflazione arrivato al 6 per cento a novembre: dal nome che il governo Scholz sceglierà a giorni per sostituire il governatore dimissionario della Bundesbank Jens Weidmann si potrà capire se la svolta “italiana” di Berlino sarà completa.