EDITORIALI
Il Québec pensa a una tassa per i No vax
La provincia francofona del Canada sta valutando l'introduzione di un’imposta "significativa", come ha detto dichiarato il primo ministro Legault, per chi danneggia il 90 per cento dei vaccinati
Per arginare i No vax si prova ogni genere di misura, e in Québec, provincia francofona del Canada, l’ultima idea è quella di introdurre una “contribution santé”, ossia una tassa sanitaria da far pagare al 12,8 per cento di quebecchesi che si oppone al siero anti Covid, creando gravi disagi all’intero sistema sanitario locale. “Stiamo lavorando all’instaurazione di un contributo sanitario per tutti gli adulti che rifiutano di farsi vaccinare perché rappresentano un fardello finanziario per tutti i quebecchesi”, ha dichiarato il primo ministro del Québec, François Legault. I No vax, secondo il governatore, non possono “danneggiare” il 90 per cento di coloro che si sono vaccinati, “intasano i nostri ospedali” e comportano una “spesa considerevole” per la sanità: una somma che “non spetta a tutti i quebecchesi pagare”.
Legault ha spiegato che questa piccola percentuale di non vaccinati occupa la metà delle terapie intensive del Québec, che ha più di 8 milioni di abitanti. Attualmente sono 2.742 le persone ricoverate per aver contratto il Covid nella provincia francofona del Canada, di cui 255 in terapia intensiva. A causa della variante Omicron, i numeri dei contagi sono in forte crescita nelle ultime settimane e per provare a contenerli il governo locale ha annunciato il 30 dicembre il ritorno di alcune restrizioni, tra cui il coprifuoco a partire dalle 22 e il divieto di assembramenti privati. L’annuncio dell’instaurazione di una gabella, il cui importo non è ancora stato quantificato, ma che sarà, secondo le parole del premier Legault, “significativo”, potrebbe spingere una parte dei No vax quebecchesi a cedere. Per Legault, “è anche una questione di equità per il 90 per cento della popolazione che ha fatto dei sacrifici. Penso che dobbiamo loro questo tipo di misura”.