Il viceministro della difesa russo Alexander Fomin, il viceministro degli esteri russo Alexander Grushko e il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg (Ansa) 

EDITORIALI

Nell'incontro di Bruxelles sull'Ucraina, Nato batte Russia 1-0

Redazione

Gli occidentali non fanno concessioni sulla politica della porta aperta e ribadiscono di essere pronti a una risposta molto forte nel caso in cui Putin attaccasse di Kiev. Ma dicono: lavoriamo sulla fiducia

Questa volta il commento più attinente all’incontro che si è tenuto a Bruxelles tra la Nato e la Russia è venuto da Mosca: “È stato un momento di verità”, ha detto Alexander Grushko, viceministro degli Esteri. La Nato è stata molto determinata a mantenere il punto e ad assicurare alla Russia che non rinuncerà  alla sua politica della porta aperta: niente veto sull’ingresso di Ucraina, Georgia e Finlandia nell’Alleanza atlantica. Ha ribadito con fermezza che se la Russia attaccherà l’Ucraina, dovrà aspettarsi una risposta molto forte. Mosca ha da mesi le sue truppe schierate lungo i confini con l’Ucraina, sono pronte ad attaccare da tre punti diversi e ha annunciato nuove esercitazioni militari, quindi l’arrivo di 3.000 uomini e di 300 veicoli, in tre regioni confinanti con Kiev. La Nato non molla, la Russia neppure.

 

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto che Mosca non intende invadere l’Ucraina, ma che “la continuazione della politica della porta aperta della Nato e l’ulteriore avanzamento verso i nostri confini è proprio ciò che, dal nostro punto di vista, ci minaccia”. Le divergenze sono significative e i due mondi continueranno a non capirsi, la Nato intanto la sua proposta l’ha fatta: ha invitato Mosca a consigliare al presidente Vladimir Putin di affrontare una serie di colloqui di rafforzamento della fiducia sulla limitazione delle esercitazioni militari provocatorie, sul controllo degli armamenti e sui limiti reciproci al dispiegamento di missili. La Russia non ha concordato e non ha respinto: “Hanno bisogno di un po’ di tempo per tornare con una risposta”, ha detto il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg. È stata la Nato a fare la parte dell’adulto nella stanza, ha spiegato che con le minacce non si gioca, e ha chiamato Mosca allo stesso compito di maturità. L’ha invitata a svelare le sue carte, a mostrare la sua effettiva voglia di collaborazione con la Nato, ben sapendo che l’unico dato che conta è uno: invadere costa e il Cremlino i soldi non li ha. E anche questa è una verità.

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