editoriali
Guida preventiva a una polemica sbagliata sul Recovery fund
L’Italia cresce più del previsto e avrà meno fondi europei, e un paracadute
La Commissione europea entro la fine di giugno rivedrà l’ammontare dei sussidi concessi agli stati membri attraverso il Recovery fund. Per l’Italia potrebbe significare la perdita di una manciata di miliardi. La prevedibile polemica dei prossimi giorni, accompagnata dal piagnisteo sull’Europa che ci toglie soldi, è però ingiustificata. La ragione per cui l’Italia avrà meno risorse è positiva: nel 2020 il paese ha subìto una recessione meno pesante di quella prevista in quella primavera e nel 2021 il rimbalzo è stato decisamente più forte. “E’ una buona notizia quando un paese cresce più di quanto previsto: non va dimenticato che l’obiettivo della nostra politica è che l’attività economica riprenda”, ha ricordato ieri la Commissione.
La revisione dell’ammontare concesso agli stati membri è prevista dal regolamento che ha istituito la Recovery and Resilience Facility. Il Recovery fund era stato costruito su misura per l’Italia con la sua bassa crescita e il suo altissimo debito. La Commissione aveva proposto parametri particolarmente vantaggiosi per il nostro paese: il pil pro capite e il tasso di disoccupazione del 2019, cioè prima del Covid-19. Alcuni stati membri avevano protestato, sottolineando che gli aiuti dovevano andare a chi aveva effettivamente perso pil a causa della pandemia. Nella trattativa dell’estate 2020, Giuseppe Conte non ci aveva prestato troppa attenzione. Così l’accordo finale sul Recovery fund prevede un correttivo: il 30 per cento dei sussidi è attribuito anche sulla base della variazione del pil reale nel biennio 2020-2021. Al di là dei tecnicismi, il risultato è questo: i paesi come l’Italia che sono cresciuti di più perderanno un po’ di soldi, quelli come la Spagna che faticano a riprendersi ne otterranno di più. Non è un dramma, dato che la revisione riguarda soltanto i sussidi e non i prestiti. Inoltre, i cosiddetti burocrati cattivi dell’Ue hanno previsto un paracadute: l’Italia potrà spostare le risorse di altri fondi dell’Ue, come quelli di coesione, per realizzare il suo piano di Recovery.