editoriali
Serve un'altra partnership con l'Africa
L’Ue annuncia investimenti per 150 miliardi, ma c’è un errore insormontabile
C’è un’aria di déjà vu nel summit tra l’Unione europea e l’Africa che si è aperto ieri a Bruxelles. I capi di stato e di governo dei 27 stati membri si sono riuniti con 40 tra presidenti e premier africani per una “nuova partnership da pari a pari”. Basta con la politica paternalista del passato. La Commissione ha annunciato un piano di investimenti da 150 miliardi di euro.
Gli obiettivi sono molteplici. Innanzitutto contrarre la concorrenza politica ed economica della Cina in un continente essenziale per le materie prime della transizione digitale e climatica, che sta ascoltando le sirene delle Nuove via della seta. Poi favorire lo sviluppo economico in modo da frenare i flussi migratori da un continente in boom demografico. Infine incoraggiare la stabilità politica e la democrazia in un continente segnato da conflitti e colpi di stato. Tutto bello, compresa una lista di progetti su cui l’Ue potrebbe investire: corridoi strategici, cavi internazionali sottomarini, interconnessioni energetiche e rinnovabili.
Ma quando si guardano i dettagli, il pacchetto dell’Ue appare fragile quanto le promesse del passato. I 150 miliardi sono un calcolo approssimativo (e molto ottimista) in cui vengono mescolati contributi dell’Ue e nazionali, sussidi e prestiti, leva sui mercati e investimenti privati. La lista dei progetti è un inventario in cui nulla è stato deciso – il premier italiano, Mario Draghi, è tornato a Roma prima dell’inizio dell’incontro.
L’Unione africana chiede che ci siano pochi controlli su come vengono spesi i fondi. I paesi africani pretendono la cancellazione della proprietà intellettuale sui vaccini. Nei negoziati sulla dichiarazione finale ci sono divergenze anche su migrazioni e diritti delle donne. Il grande errore è continuare a trattare l’Africa come fosse un solo paese: ci sono 54 stati. L’Ue farebbe bene a cercare una partnership politica ed economica individuale con ciascuno di loro.