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Editoriali

L'embargo contro Mosca non può attendere

Redazione

Putin celebra il 2014, l’occidente non deve sperare solo in un accordo 

Vladimir Putin ha lanciato una nuova provocazione ieri, radunando decine di migliaia di persone in uno stadio di Mosca per celebrare l’anniversario dell’annessione della Crimea, con un discorso nel quale ha promesso di realizzare “tutti i nostri piani” nella guerra contro l’Ucraina. La conquista della penisola nel 2014 aveva colto di sorpresa l’Ue, che aveva reagito molto debolmente. Da allora e fino al 24 di febbraio, l’Ue ha sottovalutato la minaccia della Russia per la sicurezza europea. Dopo la reazione iniziale forte alla guerra di Putin, con quattro pacchetti di sanzioni in tre settimane, l’Ue non deve ricadere nello stesso errore della Crimea. Riporre tutte le speranze nei negoziati tra Kyiv e Mosca, con una ripetizione del metodo degli accordi di Minsk sul Donbas, sarebbe il più grosso di tutti.

 

Volodymyr Zelensky è pronto a concessioni significative su Nato, neutralità, Crimea, status di Donetsk e Luhansk. Ma in cambio vuole solide garanzie di sicurezza, il ritiro di tutte le truppe russe e che Mariupol resti ucraina. Stati Uniti e Francia hanno accusato la Russia di non negoziare in buona fede. La tattica di Putin è di usare discussioni diplomatiche per avvantaggiarsi sul terreno militare. Con il blitzkrieg fallito, ora deve riorganizzarsi per una lunga guerra. Il tempo è un lusso che né gli ucraini (per ragioni umanitarie) né gli europei (per ragioni economiche) possono permettersi. Ma nemmeno i russi, che negli ultimi giorni hanno iniziato a sollevare la questione delle sanzioni nelle trattative con gli ucraini. Nell’Ue, Germania, Italia e altri continuano a opporsi alla sanzione che fa più male di tutte: l’embargo su petrolio e gas. Ma tenersi un’arma così potente per quando Putin avrà fatto qualcosa di impensabile (un attacco chimico o nucleare) è inutile. Se si vuole fermare Putin, per i vertici dell’Ue, della Nato e del G7 della prossima settimana va preparato un ultimatum: o la guerra finisce subito o sarà subito embargo.

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