Editoriale
Il caro energia e l'importanza dei prezzi
Il nodo della crisi energetica si interfaccia con una politica di contenimento dei prezzi che presenta delle problematiche: come si riuscirà ad abbassare i prezzi per tutti?
Le nuove misure del governo per contrastare gli effetti dell’aumento del costo dell’energia ammontano a circa 14 miliardi di euro. Uno stanziamento consistente, che va incontro alle esigenze delle famiglie e delle imprese su cui stanno ricadendo le conseguenze di un fenomeno globale già presente nella ripresa post Covid e ulteriormente acuito dopo l’inizio della guerra in Ucraina. La politica energetica del governo però sconta ancora alcuni errori di impostazione delle iniziali misure di contenimento del caro energia, uno su tutti quello di prevedere sconti generalizzati. E’ il caso dei carburanti. Se nel caso dei bonus energetici per le bollette si usa un indicatore reddituale e patrimoniale come l’Isee, nel caso della proroga fino all’8 luglio del taglio delle accise e dell’Iva sui carburanti il beneficio è erga omnes. La misura presenta due problemi: il primo è che, non essendo selettiva, comporta un maggiore esborso di risorse in senso regressivo. Ovvero tende ad avvantaggiare i più benestanti, o comunque dà un beneficio anche a chi può permettersi di sopportare il costo del caro energia. Siccome la crisi energetica potrebbe durare a lungo, questo riduce la quantità di risorse a disposizione per aiutare in prospettiva i più poveri. Il secondo problema è che questo tipo di intervento distrugge il segnale di prezzo. In questa fase, per ridurre la dipendenza a breve termine dalla Russia il paese deve tagliare i consumi: se prima era per un motivo etico (non finanziare la guerra di Putin) ora è una necessità (si può andare verso la chiusura dei rubinetti). Ma tenere artificialmente basso il prezzo per tutti, produce l’effetto opposto: fa aumentare i consumi. E’ inutile fare norme, peraltro difficili da far rispettare, sulla regolazione del termostato negli edifici se poi si sussidiano i consumi fiscalmente. E’ ovviamente difficile fare interventi selettivi, ma bisognerebbe trovare il modo di mantenere il segnale di prezzo aiutando solo chi ha consumi incomprimibili e poco reddito per sostenerli.