editoriali
Ilva ancora sotto sequestro
Da dieci anni la politica industriale è in mano alla magistratura, che sciopera
Nel giorno in cui i magistrati scioperano contro la riforma Cartabia, dalla procura di Taranto, una delle poche a esercitare la pubblica protesta in conferenza stampa, arriva il diniego alla richiesta di dissequestro degli impianti sotto sigillo dal 2012. Allora 10 mila operai Ilva scioperarono contro la decisione della Procura. Sono passati dieci anni anni da quando il gip Todisco decise di chiudere lo stabilimento togliendo la facoltà d’uso, che fu restituita da una legge che fissò la continuità produttiva dei siti di interesse strategico nazionale, e che venne confermata dalla Corte Costituzionale con la storica sentenza del 2013 che sancì il principio secondo cui non esistono diritti tiranni ma vanno tutti contemperati: nel caso specifico, quello alla salute e quello al lavoro trovano il loro equilibrio nelle prescrizioni imposte dal Piano ambientale. Ed è proprio sulla base di questo piano, completo per oltre il 90 per cento, che i Commissari chiedono il dissequestro degli impianti, scrivendo e dimostrando che oggi Ilva non inquina più.
Eppure proprio oggi Legambiente ha chiesto la proroga del sequestro, nonostante da quel giorno Taranto sia fuori dalla classifica “Mal’aria”delle città più inquinate pubblicata della stessa associazione. Subito servita dal pm Buccoliero, lo stesso che ha chiesto le condanne per i 47 imputati rei a suo dire di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale. Anche se, a distanza di un anno dalla sentenza di primo grado, i giudici che oggi scioperano ancora non hanno depositato le motivazioni di quelle condanne.
Nel frattempo, senza dissequestro è saltata la vendita dell’azienda ad Acciaierie d’Italia. Non solo il socio privato ArcelorMittal non può gestire senza scudo penale una fabbrica con i sigilli, ma anche il socio pubblico Invitalia ha detto che non può investire in una società sotto sequestro perchè si rischierebbe di produrre un danno erariale. Dieci anni con una fabbrica in custodia cautelare, dieci anni di politica industriale e futuro del paese nelle mani della magistratura. Che sciopera pure.
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