Editoriali
Debito e lezione portoghese (anche all'Italia)
Il governo socialista ha l'obiettivo di rimuovere il suo paese dal podio delle tre economie più indebitate d’Europa (Lisbona è terza, dopo Grecia e Italia). Il motivo è la tutela di famiglie e imprese
In Italia nessuno sembra preoccuparsi del debito pubblico, soprattutto un anno prima delle elezioni. Eppure il contesto sta cambiando e la necessità di difendere l’economia da possibili choc esterni non è un tema eludibile per i paesi ad alto debito. E non si tratta del solito avvertimento dei paesi “frugali” e “ordoliberali” che vogliono imporre l’austerità ai paesi mediterranei. E’ una preoccupazione che matura proprio nei paesi più indebitati, come il Portogallo a guida socialista. Il ministro delle Finanze Fernando Medina ha annunciato l’obiettivo di rimuovere il suo paese dal “podio” delle tre economie più indebitate d’Europa (il Portogallo è terzo, dopo Grecia e Italia) allo scopo di tutelare famiglie e imprese: “Di fronte all’aumento dell’inflazione, agli evidenti segnali di rallentamento nell’Europa centrale e orientale e alla prospettiva di tassi d’interesse più elevati, non possiamo permetterci di introdurre un fattore di rischio aggiuntivo”, ha dichiarato.
L’obiettivo è sostenuto dal suo predecessore e ora governatore della Banca centrale, Mário Centeno, secondo le cui proiezioni il rapporto debito-pil del Portogallo scenderà al di sotto di quello di Francia, Spagna e Belgio entro il 2025, per arrivare al 104 per cento nel 2027, 30 punti in meno rispetto al picco del 2020. Il governo di António Costa ha vinto elezioni anticipate, dopo la rottura a sinistra proprio per il rigore sui conti pubblici. E questa sana gestione è riconosciuta anche dai mercati: sebbene a causa dei vari rischi economici gli spread stiano aumentando, quello del Portogallo è a 120 punti, quasi la metà dei 200 punti dell’Italia. Nel Def il debito pubblico italiano è previsto in discesa al 141 per cento nel 2025, 30 punti sopra al Portogallo, che vuol dire che sicuramente non scenderemo dal podio, dove continueremo a contenderci il primo posto con la Grecia. Non sapremo se alla fine del governo Draghi il debito sarà buono, di sicuro sarà tanto.