Editoriali
Il whatever it takes che manca sul gas
È ora di passare allo stato d’allarme per prendere sul serio la minaccia russa
Ieri il Comitato emergenza gas si è riunito per fare il punto sulla difficile situazione in cui si trova il paese. Per ora la scelta è quella di dare un messaggio tranquillizzante: non ci sono le condizioni per passare dal preallarme, dichiarato tempo fa, all’allarme. Di fatto, non vengono ancora prese una serie di misure – non troppo invasive – finalizzate al contenimento dei consumi. Contemporaneamente, si propone di varare un piano di acquisto prudenziale di carbone, per alleggerire se del caso la domanda di gas ai fini della generazione elettrica. La situazione resta comunque delicata: da una settimana il flusso verso la Germania attraverso il gasdotto Nord Stream 1 si è considerevolmente ridotto, e questo ha avuto ripercussioni anche sul nostro paese. Il premier Draghi ha fatto trapelare di non credere alla motivazione fornita da Gazprom, secondo cui si tratta di guasti tecnici che non è possibile riparare perché le sanzioni impediscono di ottenere i componenti necessari. Se il governo pensa che sia una manovra politica, allora sarebbe forse opportuno evitare atteggiamenti troppo rassicuranti.
Va d’altronde riconosciuto che lo stato di allarme agisce dal lato della domanda di gas, ma in questo momento a destare preoccupazione sono soprattutto le lungaggini nel riempimento degli stoccaggi. Lo stesso ministro Roberto Cingolani ha riconosciuto che lo sforzo finanziario per gli operatori può essere insostenibile (senza contare che a giugno dovranno versare la prima tranche della tassa sugli extraprofitti, che drenerà ulteriore liquidità). Ecco perché ieri il Comitato ha incaricato Snam di intervenire se non saranno raggiunti i target previsti per fine giugno. Ma anche per la società dei tubi il passo potrebbe essere, finanziariamente, più lungo della gamba. La cosa più semplice sarebbe semplicemente anticipare le risorse necessarie. Dal punto di vista economico l’operazione è neutrale, in quanto si tratta di anticipare denari che saranno poi recuperati nella stagione invernale. Questo è il caso in cui vale la regola “better safe than sorry”.