Editoriali
La grande occasione di Orcel per ripensare alle fusioni-acquisizioni di Unicredit
I numeri positivi della banca, si è chiuso il miglior trimestre degli ultimi dieci anni nonostante le incertezze di quest'anno, costringono il banchiere a una scelta divisiva
A un anno e mezzo dalla nomina ad amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel ne ha viste di tutti i colori: da un negoziato molto teso con il governo Draghi su Montepaschi, da cui si è tirato fuori, all’opa programmata su Banco Bpm ma mancata per un soffio. E poi l’inciampo in Russia quando Unicredit si è ritrovata a essere una delle banche europee più esposte nel paese di Putin (ma lo sarebbe stata anche di più se avesse mandato in porto l’acquisizione della locale Otkritie Bank) ed è stata costretta a pesanti svalutazioni nel primo trimestre 2022. Però, poi, Orcel ha dimostrato tutta la sua abilità di banchiere: i risultati del secondo trimestre, infatti, hanno più che sorpreso il mercato con utili per oltre 2 miliardi di euro quando le attese non arrivavano a 1 miliardo.
Questa volta la Russia invece che impattare in modo negativo ha dato un contributo positivo ai conti grazie alla netta rivalutazione del rublo che si è riflessa sul valore del patrimonio delle attività detenute in Russia. Ma anche al netto dell’effetto rublo, gli utili del periodo sarebbero stati comunque più alti delle aspettative (1,6 miliardi). Insomma, per Unicredit si è chiuso il miglior trimestre degli ultimi dieci anni e sicuramente sarà un vantaggio in un anno di incertezza e con lo spread sotto pressione. Lo stesso Orcel non ha mancato di rimarcarlo: il timing della crisi di governo non è stato dei migliori. Ma chissà se il manager che un tempo si era conquistato la fama di Ronaldo dei banchieri non approfitterà di questo periodo di transizione politica per ripensare alla possibilità di fusioni-acquisizioni prima che il dossier Montepaschi e la sua necessaria privatizzazione diventi una priorità che incombe sul nuovo governo e a qualcuno non venga in mente di tornare a bussare alla porta di Unicredit. “Finora non abbiamo trovato opportunità”, ha detto Orcel, e però una mossa in contropiede nel campo stanco del risiko bancario non si può neanche escludere visto che la crescita dimensionale resta per Unicredit un obiettivo.
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