Editoriali
Sul nucleare, Berlino (forse) ha capito
Le paure di un inverno al freddo e fabbriche chiuse tiene in vita le centrali
La decisione era nell’aria ma ieri sera il governo federale non l’aveva ancora resa ufficiale. A dare la notizia è stato il Wall Street Journal in una corrispondenza da Berlino: “La Germania ha intenzione di posticipare la chiusura delle ultime tre centrali nucleari del paese per far fronte a una possibile carenza di energia quest’inverno”. Il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, e soprattutto i suoi alleati Verdi, avrebbero così ceduto alle pressioni del partito Liberale (un alleato di governo), dell’opposizione moderata (la Cdu), del mondo dell’accademia e dell’imprenditoria. Anche qualche verde di peso, come il tre volte premier del ricco Baden-Württemberg, Winfried Kretschmann, nei giorni scorsi ha lasciato una porta aperta al nucleare: privarsi di una fonte di energia – oggi l’atomo fornisce circa il 6 per cento dell’elettricità consumata dai tedeschi – nel mezzo di una crisi energetica equivarrebbe a darsi la mazza sui piedi.
E come se non bastassero i capricci del Cremlino, sempre pronto a trovare nuove scuse per diminuire il flusso di gas pompato nel gasdotto Nord Stream 1, anche la siccità ci si è messa di mezzo. Il Reno è a livelli minimi e le chiatte che portano carbone ai grandi impianti industriali tedeschi sono obbligate da giorni a caricare meno combustibile per galleggiare di più e non incagliarsi. Insomma, l’ansia da inverno al freddo o con le fabbriche chiuse – o un mix delle due cose – attanaglia la Germania e la maggioranza rosso-giallo-verde reagisce prolungando la vita delle tre centrali che dovrebbero, per legge, chiudere entro la fine del 2022. Secondo il Wsj, che ha parlato con tre funzionari governativi, i dettagli dell’operazione non sono ancora stati definiti. Oltre a un passo del governo, servirà una pronuncia del Bundestag, ma la conclusione di questi passaggi “è scontata”. Due sole le condizioni perché l’operazione vada in porto: che il gas continui a scarseggiare e che gli impianti lasciati aperti possano essere considerati ancora sicuri.
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