Editoriali
Gli Stati Uniti, la Cina e i due blocchi energetici
Washington orienta l’export verso l’Europa, Pechino l’import dalla Russia. Il nuovo riassetto economico nel dopo il summit di Samarcanda
Giovedì Vladimir Putin ha incontrato Xi Jinping, per cercare di rafforzare il rapporto con la Cina in contrapposizione all’occidente guidato dagli Stati Uniti. La divergenza tra questi due blocchi è emersa più nettamente in seguito all’invasione russa dell’Ucraina ed è molto visibile dal commercio internazionale dei beni energetici. Washington e Pechino hanno infatti completamente riorientato i loro flussi di gas, petrolio e carbone per supportare i propri alleati politici, ma anche spinte dal mercato.
Gli Stati Uniti da febbraio 2022 hanno deviato i flussi dal mercato asiatico, e soprattutto cinese, verso l’Europa per sostenere il suo tentativo di emanciparsi dalla dipendenza con la Russia. L’export americano verso la Cina nell’anno in corso è calato del 13 per cento, mentre quello verso i paesi occidentali è aumentato dell’89 per cento. La mossa americana è ovviamente legata anche a motivi di prezzo.
I forti incrementi dei beni energetici in Europa hanno reso più conveniente vendere gas e petrolio nel Vecchio continente piuttosto che in Cina, tanto che il valore dell’export Usa del gas con l’Ue e il Regno Unito è cresciuto del 328 per cento e quello del petrolio del 146 per cento rispetto al 2021. Alla strategia americana la Cina ha risposto in modo pragmatico: si è rivolta all’alleato russo, che in disperato bisogno di riempire le casse nazionali scontava ogni barile di petrolio venduto in oriente del 30 per cento.
Nel 2022 la Cina ha importato il 27 per cento di gas in più dalla Russia, mentre la quota di import dagli Stati Uniti è diminuita del 78 per cento. Stati Uniti e Cina hanno quindi sfruttato le proprie capacità ed esigenze energetiche traendone un vantaggio sia in termini economici che geopolitici. Ma questo ha avuto anche dei costi, almeno negli Usa: gli aumenti dei prezzi dell’energia hanno trainato l’inflazione al punto che la Fed ha dovuto alzare i tassi di interesse varie volte. Un effetto che potrebbe influenzare le elezioni di mid term di novembre.