Editoriali
Forza Italia, abbasso mercato. L'emendamento anti-concorrenza di Ronzulli
La proposta della senatrice riguarda la mobilità locale e vuole sovvertire la parziale liberalizzazione del trasporto di linea su lunga percorrenza. Ora la palla passa al governo
Gli ottantasette saggi che stanno discutendo su come espungere il neoliberismo dalla carta dei valori del Partito democratico hanno trovato la persona che fa per loro: Licia Ronzulli. La senatrice di Forza Italia è prima firmataria di un emendamento al decreto Aiuti-quater che vuole sovvertire la parziale liberalizzazione del trasporto di linea su lunga percorrenza. Grazie soprattutto al lavoro dell’attuale viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi, all’epoca parlamentare, nella scorsa legislatura sono stati eliminati diversi requisiti per istituire nuove linee mentre la burocrazia è stata significativamente sfoltita. Adesso però tutto questo sforzo potrebbe essere compromesso se fosse accolta la proposta Ronzulli. Essa prevede, in sostanza, di subordinare l’autorizzazione a effettuare fermate in più capoluoghi all’interno della medesima regione non solo al parere della regione stessa e degli enti locali coinvolti, ma addirittura delle aziende di trasporto pubblico.
Obiettivo di questa procedura è evitare “sovrapposizione o interferenza” con le tratte operate nell’ambito del servizio pubblico al fine “di preservare la redditività del settore del trasporto pubblico locale e regionale di passeggeri”. E’ davvero bizzarro, in questi giorni di polemica sul neoliberismo, che sia proprio il partito del Cav. – attraverso una delle sue esponenti più autorevoli – a chiedere di limitare la concorrenza per proteggere gli interessi dei monopolisti locali, spesso pubblici, del trasporto di linea. Ma dietro questo emendamento, che può apparire di nicchia, c’è una questione molto più ampia, ed è quale spazio debba esserci in Italia per i diritti dei consumatori e dei concorrenti e se, e fino a che punto, essi debbano essere sempre subordinati alla difesa delle rendite preesistenti. Ora la palla è nel campo del governo, e in particolare del ministero delle Infrastrutture, il quale dovrà esprimere un parere. Chissà se Rixi riuscirà, da viceministro, a difendere un successo che è riuscito a portare a casa da deputato.