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Editoriali

I limiti del “prelievo di solidarietà” sugli extraprofitti

Redazione

Perché ExxonMobil fa ricorso contro la tassa dell’Ue sul settore energetico

ExxonMobil ha deciso di fare ricorso davanti al Tribunale dell’Unione europea contro la tassa sugli extraprofitti delle società di idrocarburi adottata dagli stati membri per far fronte alla crisi del prezzo dell’energia. Secondo il colosso petrolifero, il Consiglio – l’istituzione in cui sono rappresentati i governi dei ventisette – non aveva l’autorità legale per imporre una nuova tassa usando i poteri emergenziali previsti dal trattato. La Commissione ha scelto come base giuridica l’articolo 122, che prevede la possibilità di adottare, “in uno spirito di solidarietà tra stati membri, le misure adeguate alla situazione economica, qualora sorgano gravi difficoltà nell’approvvigionamento di determinati prodotti, in particolare nel settore dell’energia”. Ma il settore fiscale è regolato da un altro articolo del trattato, il 113, che impone deliberazioni all’unanimità previa consultazione del Parlamento europeo. La tassa prevede un prelievo di almeno il 33 per cento sui profitti realizzati nel 2022-23, che siano superiori al 20 per cento della media del 2018-21.

La Commissione di Ursula von der Leyen ha scelto di chiamarla “prelievo di solidarietà”, dando un carattere molto politico alla tassa: con i prezzi di petrolio e gas alle stelle i colossi degli idrocarburi fanno enormi profitti e devono dare il loro contributo. L’argomento può essere popolare, ma è anche al limite del populismo. Oltre alle discutibili scelte sulla base giuridica, ci sono ragioni economiche e geopolitiche che avrebbero consigliato maggiore prudenza. Come ha spiegato un portavoce di Exxon, la tassa rischia di essere “controproducente” perché “mina la fiducia degli investitori, scoraggia gli investimenti e aumenta la dipendenza dall’energia importata”. Se la priorità è liberarsi dalla dipendenza dalla Russia, i produttori di idrocarburi – e le altre utility energetiche – devono essere alleati i cui investimenti vanno incoraggiati.

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