la riforma delle pensioni

In Francia le proteste contro Macron puntano a durare

Redazione

La terza giornata di mobilitazione e di scioperi contro l'innalzamento dell'età pensionabile non sembra essere l'ultima. La vera sfida per i sindacati è resistere nel tempo

Oggi in Francia è andata in scena la terza giornata di mobilitazione e di scioperi contro la riforma delle pensioni, il progetto faro del secondo quinquennio di Emmanuel Macron. Per i trasporti è stato un martedì nero, con i dipendenti della Sncf, le ferrovie francesi, e della Ratp, la rete infrastrutturale parigina, che hanno risposto in massa all’appello dei sindacati. Per quanto riguarda i numeri della protesta di strada, invece, l’impressione è che si stia già sgonfiando rispetto alle scorse manifestazioni. Come sottolineato dal Figaro, in alcune grandi città, è stato registrato un calo della partecipazione del 40-50 per cento. A Lione, i manifestanti scesi in piazza per protestare contro l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni e l’abolizione dei cosiddetti “regimi speciali” sono stati circa 10.700 (erano 23 mila il 19 gennaio e 25 mila dodici giorni dopo).

 

I cortei di Marsiglia e Bordeaux hanno registrato rispettivamente 15 mila e 9.500 presenze: in netto ribasso rispetto alle prime due giornate di protesta, quando nella città focea erano 40 mila per le strade e nel capoluogo della Gironda erano 16 mila. La Cgt, il più oltranzista degli otto sindacati che organizzano la mobilitazione di piazza, ha rivendicato gli stessi numeri del 19 gennaio, ma non è così. Le altre organizzazioni sindacali si erano ben guardate dal fare pronostici, avanzando però delle giustificazioni a un eventuale calo della partecipazione: l’inizio delle vacanze invernali per le scuole della zona A (i rettorati di Besançon, Bordeaux, Clermont-Ferrand, Dijon, Grenoble, Limoges, Lione e Poitiers) e un meteo meno clemente rispetto al 31 gennaio. Secondo Bernard Vivier dell’Insitut supérieur du travail, i sindacati “sanno che è meglio giocare la carta della tartaruga che quella della lepre: la vera sfida sarà quella di resistere nel tempo”. Il primo test sarà la mobilitazione di sabato prossimo che Laurent Berger della Cfdt (sindacato riformista) vuole trasformare in una grande “festa del lavoro”.

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